(Danilo Di Matteo - Agenzia radicale) Nell'ambito del convegno "Amore civile - nuove forme di convivenza e relazioni affettive", sabato scorso a Roma Luigi Manconi ha forse indicato il problema di fondo sollevato dalla pluralità delle costellazioni familiari che caratterizzano la società odierna: agli occhi dei più da una parte vi è la famiglia tradizionale fondata sul matrimonio, dall'altra la tendenza alla lussuria e al vizio.
La battaglia culturale che ci attende è dunque quella di far comprendere come la biografia e il vissuto di ciascuno possano portare a compiere scelte diverse tutte legate a principi e "valori" condivisibili e rispettabili. Dietro soluzioni alternative a quella canonica in genere non vi sono il vuoto e la dissolutezza, ma affetti, passioni, condivisione, amori, generosità, slanci, ideali. Da qui il senso dell'amore civile.
E più in generale, così come durante la giornata incontriamo il socialdemocratico, l'indifferente, il liberale, il comunista ecc., oppure il cattolico, il non credente, l'evangelico, l'ortodosso, il musulmano e via dicendo, o il medico, l'operaio, l'inoccupato, lo studente, altrettanto normale deve divenire il rispetto, nella sfera pubblica e in quella privata, di individui che compiono percorsi di vita diversi o con diverso orientamento sessuale e della loro vita di coppia e familiare. Per tutti noi, superfluo ricordarlo, la libertà trova il suo limite nel rispetto di quella altrui.
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