(Gad Lerner) E’ una sconfitta storica con pochi precedenti quella subita dalla sinistra italiana tra le elezioni politiche del 13-14 aprile e la riconsegna odierna del Campidoglio che fu di Rutelli e Veltroni alla destra. Tali sono le dimensioni della sconfitta che sarebbe ingeneroso addebitarla tutta quanta all’inquilino del “loft”. Anche se il trasloco da quella sede fittizia -tenuta in piedi per finta nei mesi trascorsi-a una sede di partito vera, simboleggia quella subalternità al mito della comunicazione, dell’apparire, per me assai indigesta.
Più grave è rilevare che Rutelli viene travolto cavalcando il tema dell’insicurezza e della paura dello straniero. Su questo terreno la destra riesce a dettare l’agenda dei mass media e costringe la sinistra a un inseguimento goffo e inefficace. La credibilità di Veltroni esce fortemente incrinata dalla smentita dei cittadini romani che due anni fa lo avevano votato plebiscitariamente credendo alla sua sincerità, quando diceva: voglio dedicarmi altri cinque anni alla mia città, poi lascerò la politica e farò il volontario in Africa. Che coincidenza, la settimana scorsa la Cgil ha perso le elezioni alla Pirelli Bicocca di Milano, cioè la fabbrica dove Sergio Cofferati aveva finto di ritornare lasciati gli incarichi di responsabilità nazionale. Un altro “beau geste” rivelatosi poco credibile. Forse la sinistra ha bisogno di ritrovare anzitutto coerenza, per essere di nuovo credibile nei suoi dirigenti. Poi dovrà osare oltre le ovvietà del genere: la sicurezza non è nè di destra nè di sinistra. Frasi che non servono a nulla.
Un’ultima parola su Gianni Alemanno. Apprezzo le sue prime parole da sindaco così come ne apprezzai la serietà quando era ministro dell’agricoltura. Ma la sua campagna elettorale ha avvelenato Roma e le peserà addosso in futuro.
Senza catastrofismi, ma non mi aspetto niente di buono dal predominio assoluto della destra nella sedicesima legislatura italiana.
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