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lunedì 10 marzo 2008

Ostuni. «Superiora in fuga d'amore con la novizia».

E' stato il fratello della - ormai ex - superiora di Ostuni a raccontare questa vicenda durante un processo. L'uomo ha fatto causa a sua sorella per una questione immobiliare.
(La Gazzetta del Mezzogiorno) Oggi abita a Bari con la donna della quale pare si sia innamorata, e rischia un processo per truffa. Ma tre anni fa era superiora in un convento di suore ad Ostuni: un convento che sembra abbia lasciato, per amore, insieme a una novizia.
La storia è stata raccontata dal fratello della ex superiora, ieri, in un’aula di tribunale, ed è riportata oggi dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno.
Il processo in corso riguarda il fatto che la ex superiora avrebbe fatto acquistare per 82.000 euro ad un fratello disabile, una casa che però sarebbe inutilizzabile perchè ricade in un fondo patrimoniale. Il processo è stato intentato da un altro fratello della ex superiora il quale afferma che, di fatto, la casa è stata comprata perchè appartiene ai parenti della ex novizia con la quale è avvenuta la fuga d’amore.
Così ieri il fratello che aveva promosso la causa ha raccontato che un giorno lui e la madre si erano visti comparire dinanzi la sorella, invece che nel castigatissimo abito monacale, “in minigonna, con i capelli alla moda e tinti di rosso”. A loro la ex superiora raccontò – secondo quanto riferisce il quotidiano – che non voleva più saperne del convento perchè aveva trovato l’amore. Di qui, i sospetti dell’uomo sull'acquisto di un appartamento inutilizzabile e la testimonianza dinanzi a giudice e avvocati in tribunale.
Della fuga d’amore i magistrati che hanno compiuto le indagini pare non fossero a conoscenza: per questo, sotto processo per truffa sono finiti solo i venditori della casa, e per l’ex superiora è stata disposta l’archiviazione, perchè sembrava che anche lei fosse stata ingannata dai venditori. Sulla base di quanto ieri in aula ha raccontato il fratello della ex superiora, però, non si esclude che i giudici possano ritenere che ci sia stata una complicità della donna nell’utilizzazione dei beni del fratello disabile e decidere che anche lei debba essere giudicata.

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