(cxambro) La Giornata Internazionale della Donna, tanto per cambiare.
Non sono maschilista, anzi: chi mi conosce sa di certe mie posizioni…; e tuttavia non posso certo dire di essere un femminista. Dirò che sono un anti-femminista, e che sopporto generalmente la totalità del gentil sesso, a patto che non tiri fuori questioni di parità fra i generi e di diritti delle donne.
Una tendenza abbastanza particolare della società europea è la creazione di ghetti. Esiste una società “ufficiale”, quella del Tg1, delle vacanze in Riviera e dei Circoli della Libertà di Michela Vittoria Brambilla; e poi esiste una serie più o meno infinita di ghetti, di vere e proprie sacche sociali quasi prive di relazioni con la società nel suo complesso.
E chiaramente, no, non sto parlando di donne, ma di ghetti *veri*.
Potrà sembrare che stia parlando, chessò, delle comunità maghrebine, o degli albanesi, o degli ebrei. In verità, ho in mente l’esempio dei gay.
I gay, è un dato di fatto, sono un problema che non interessa la maggior parte della gente. Anzi, non sono proprio un problema della società; sono un problema loro, come direbbero molti. E sono convinto che sia davvero così.
I ragazzi gay che crescono oggi non hanno modelli; sembrerà idiota, ma è così. Ne consegue che qualsiasi comportamento pregresso viene eretto a modello di costume e seguito pedissequamente da altri; nascono così le pellicole gay, i libri a tematica gay, le librerie gay, i centri culturali gay, i locali gay, le discoteche gay, le spiagge gay, i luoghi di vacanza gay, i siti gay.
Molti gay che conosco vivono con altri gay. “Anche il mio coinquilino è gay”. Aggiungete che molti ragazzi gay hanno un rapporto conflittuale con i genitori, ed eccoci qua: un ghetto in piena regola.
Per non parlare del gay pride. Una grande manifestazione annuale per rivendicare maggiori diritti per i gay. Unica pecca: è frequentata solo da gay.
Al pride di Roma del 2007 ho incontrato un sacco di gente che conoscevo, e anche qualche amico che non vedevo da un po’. Tutti, tutti gay.
Difficilmente si può ambire a qualche riconoscimento, se non si porta la gente comune in piazza. Detto in modo più crudo: se non fosse stato per i bianchi, i neri non avrebbero tuttora diritto a sedersi in autobus, o sbaglio?
Il prossimo pride, a giugno, sarà a Bologna. Se non siete d’accordo con la piattaforma programmatica, statevene a casa e saremo amici come prima (fermo restando che non si può “non essere d’accordo” con l’omosessualità in sè…). Ma se siete d’accordo, per cortesia, fateci un salto…
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