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venerdì 14 marzo 2008

Il Vescovo di Edinburgo contro Sir Ian McKellen. "Gli omosessuali dovrebbero stare in carcere come ai tempi di Oscar Wilde".

(Fabrizio Gentili) Il vescovo di Edinburgo fa un’accusa non solo infondata ma che risuona un pò ridicola e quasi da anatema e caccia alle streghe. Joseph Devine (nella foto) è il suo nome e per chi segue John Waters non può che associare questo nome ad uno dei suoi personaggi (Divine).
Il vescovo accusa di cospirazione i gruppi di attivisti LGBT che “con la loro presenza ogni anno alle commemorazioni dell’olocausto” vorrebbero “creare un’immagine di un gruppo sotto costante persecuzione”.
Il vescovo scozzese spinge la polemica fino a meravigliarsi degli onori conferiti a Ian McKellen, Sir Ian McKellen per la precisione portando a confronto il fatto che l'essere gay cento anni fà si finiva in prigione, riferendosi ad Oscar Wild.
Sir Mckellen e’ uno dei fondatori del gruppo Outrage nato dopo l’assassinio dell’attore gay Michael Boothe nel maggio del 1990. Avrei veramente voglia di ricordare al signore in rosso della capitale scozzese che sotto il paragrafo 175 del codice penale tedesco, i devianti sessuali, che includevano gli omosessuali, erano obbligati ad indossare il triangolo rosa, equivalente allo stigma della stella gialla per gli ebrei, ed erano sottoposti ad esperimenti medici, che includevano lobotomie, e obbligati in campi di concentramento, luoghi dove in numeri che variano dai 5000 ai 15000, erano condannati alle camere a gas.
Per fortuna ci hanno pensato quelli di Stonewall Scotland. Alla richiesta di scuse ufficiali da parte di Irving Calum, il vescovo ha semplicemente risposto che non ha nulla di cui scusarsi. Sarebbe interessante sapere cosa invece ne pensa il vescovo di Roma, ovvero Benedetto XVI, di tali asserzioni che non solo portano la stigma di essere gay associata ad oltre un secolo prima, ma rinforzano la credenza che sia giusto non riconoscere il sacrificio e i soprusi che i gay hanno dovuto subire sotto vari regimi e che in qualche maniera sono stati anche spalleggiati dai ranghi ecclesiali cattolici. Il pericolo e' che tali credenze riprendano piede in strati culturali come quelli che portarono all’ascesa di crudeli dittature populiste e pseudo-sociali che noi tutti non rimpiangiamo, tranne ovviamente il vescovo Devine in Scozia e Ahmadinejad in Iran, e che non dobbiamo mai dimenticare.
La tenace ignoranza con la quale sempre piu’ spesso gli attacchi degli estremisti religiosi sembrano rinvigorirsi, mostra come si sia arrivati ad estremi di patetica demagogia populista, di fronte alla perdita dell’egemonia cattolica sul sistema di valori fondamentali della societa’ moderna.
Vorrei poter provare meno rabbia e piu’ pena per questi disperati appelli al rinnegare evidenze storiche, ma non ho la capacita’ di cancellare con un colpo gli orribili eventi che marcheranno, che ci piaccia o no, quel che siamo come individui e come realta’ storica, in un europa dove essere gay oggi non è più un crimine contro natura ne’ contro nessuna legge temporale.
Spero che il vescovo di Edimburgo possa trovare una pace tra le sue credenze e la realta' di innegabili fatti. E per le sue scuse ne faccio a meno, e forse i cattolici, quelli veri, quelli che credono piu' in amori fraterni che in ipocrite paternali, forse loro invece dovrebbero chiedere le scuse del vescovo.

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