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martedì 12 febbraio 2008

Cattolicesimo e liste ebraiche sul web: Il giorno delle svastiche e dell’egemonia.

E’ il “giorno delle svastiche” in un “clima di dominio del religioso”.

(Pino Finocchiaro - Articolo 21) Così, Furio Colombo commenta sull’Unità il riemergere di fenomeni antisemiti ed antisraeliani. Nel blog contro i professori di origine ebraica, un’autentica lista di proscrizione di sapore nazista, così come nel boicottaggio a Torino degli scrittori israeliani cui ha fatto seguito l’apparizione di scritte antiisraeliane sui muri del Lingotto. Per Furio Colombo “fatti del genere accadono in coincidenza con un espandersi, niente affatto mistico, ma esclusivamente terreno, della chiesa cattolica come potere politico, capace di dare regole, di dettare leggi, di impartire ordini, di punire e premiare, per esempio con il voto”. Lo abbiamo raggiunto al telefono.

E’ un atto d’accusa che colpirà molti cattolici.
“Tutto quello che sta succedendo non avviene per caso. Smettiamola di immaginare che ci sia un antisemitismo che avviene così, automaticamente. Notiamo che avviene in un momento di egemonia della chiesa cattolica in cui si arriva a dire che gli ebrei devono essere convertiti. Quindi si stabilisce una terra benedetta e una terra sconsacrata. Nella terra sconsacrata ci sono le orde che fanno scorriere, perché si sentono tranquille, piuttosto che in terra consacrata.

Insomma per Furio Colombo, la distorsione è in coloro che colgono il messaggio nei termini “si può dare la caccia, cominciando dal disprezzo, a chi non è nella Chiesa”
“Si va oltre la frase ‘il vecchio nazismo non è morto’. C’è un rapporto non dico nuovo, che anzi nei secoli ha avuto un peso sempre notevole. “Nei periodi di egemonia della chiesa, quando non è il pensiero mite e amorevole del cardinale Martini a prevalere, ma sono pensieri di egemonia politica è naturale che dei balordi – certo, dei balordi, certo non gente che va in piazza San Pietro – si sentano incoraggiati a interpretare male il messaggio.

Ma il messaggio c’è.
“Il messaggio c’è. Il messaggio è o sei di qua, nella cultura nostra e obbedisci al Papa. O sei portatore di una cultura di morte. Questo si dice a tutti i laici. Ma è chiaro che in particolare riguarda i non battezzati. C’è un incentivo obiettivo tra il nuovo modo di interpretare la Chiesa come sovrana non solo delle anime ma anche degli stati. E il modo di comportarsi in cui si vanno a cercare dei capri espiatori. Questo vale sia per la lista del blog che per il salone del libro”.

Era già montata l’indignazione per il blog e il boicottaggio che al lingotto sono apparse le scritte contro Israele.
“Nel salone del libro prevalgono stereotipi e luoghi comuni di sinistra mentre per la lista dei professori prevalgono stereotipi e luoghi comuni di destra. Penso a quello che è stato detto, da Vattimo quando dice: perché non invitano grandi scrittori come Chomsky? Dimenticando che Chomsky è un grande scrittore americano. Qui stiamo parlando di scrittori israeliani. Perché confondere il fatto che Chomsky è ebreo? Cosa facciamo? Lo selezioniamo al di fuori della letteratura americana in quanto ebreo? Gli americani lo considerano un grande intellettuale americano. Come Philip Roth, come Norman Mailer, come Allen Ginsberg. Quindi è un incidente non da poco dire una frase così sbagliata. Frasi così sbagliate traducono però un periodo nel quale direttamente o indirettamente, consciamente o inconsciamente, ha molto peso la divisione che la Chiesa fa, tra terra consacrata e terra sconsacrata”.

In questo contesto non c’è il rischio che riemerga la banalità del male, l’anticultura?
“Nell’antisemitismo non c’è anticultura. L’antisemitismo è il prodotto di una sofisticata cultura che ha calcolato nei dettagli anche l’uso dei teppisti e della violenza stradale. C’è una terribile cultura che non può essere tollerata. Cultura dell’autoritarismo, del totalitarismo e del controllo totale. Ogni volta che si vedono segni di controllo totale queste cose emergono e ci fanno paura.

Insomma, quando la Chiesa scende in campo, si forma quella processione di “atei devoti” e “finti credenti” che non poco danno continuano ad infliggere al dialogo tra laici e credenti, al rapporto tra credenti-laici e gerarchie della Chiesa.
“C’è un rapporto tra la nuova aspirazione ad egemonia politica della chiesa cattolica e questo tipo di discriminazioni. La pretesa di controllo totale su quel che ricade nella terra consacrata e quello che è terra sconsacrata. Controllo sul pensiero. Nel come si deve intendere una famiglia. Nel dare indicazioni ai medici che vogliono selezionare embrioni come fossero nazisti che fanno eugenetica. E così via. Questo non dovrebbe incoraggiare coloro che per qualche altra ragione ce l’hanno con gli ebrei a rendersi conto che gli ebrei, come le donne, come i gay, sono su terra consacrata?”.

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