Scaricavano e si scambiavano su internet foto e filmati di bambini violentati. Sposati e con figli rischiano fino a 3 anni. La polizia: «Scene con vittime di 2 anni».
(Roberto Bo - La Gazzetta di Mantova) Un lavoro, una moglie, dei figli. Un piccolo studio nelle rispettive abitazioni: scrivania, computer, Cd. Ma tra quei Cd anche fotografie e filmati che le forze dell’ordine hanno definito “raccapriccianti”. Di giorno commercianti al di sopra di ogni sospetto, di notte ‘orchi online’, navigatori su internet con un unico obiettivo: guardare e scaricare immagini e filmati dai siti pedopornografici. Due commercianti mantovani, uno di città, l’altro di Poggio Rusco, sono stati denunciati dalla Polizia Postale per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.
L’operazione, denominata “Mercurio” e illustrata ieri mattina dal comandante della Polizia Postale di Mantova Giuseppe Farinella, è stata portata a termine tra Italia, Turchia e Portogallo e alla fine nella rete sono cadute 16 persone tutte indagate per lo stesso reato e per il quale rischiano fino a tre anni di galera. Tra i denunciati, a livello nazionale anche un chirurgo di Pordenone, un ufficiale della Guardia costiera e un architetto di Savona. I due mantovani finiti nei guai e dei quali la polizia non ha voluto rendere note le generalità sono entrambi commercianti: quello che vive ha Mantova ha 57 anni, è sposato e non ha figli, quello che risiede a Poggio Rusco ha invece 41 anni, coniugato con figli. In casa di quest’ultimo la polizia ha trovato un “ingente” quantitativo (si parla di decine e decine di Cd) di materiale pedopornografico sotto forma di fotografie e filmati. Immagini definite “raccapriccianti”, con protagonisti bambini sottoposti a violenze e sevizie da parte di adulti. Tra il materiale sequestrato nel corso dell’operazione a livello nazionale anche un filmato di dieci minuti in cui appaiono bambini di due anni violentati. Il blitz è scattato giovedì mattina all’alba prima che i due uscissero di casa per recarsi al lavoro.
Anche se la Polizia Postale di Mantova ha preferito non scendere nei particolari pare che la posizione più pesante sia quella del poggese.
Nel computer dell’imprenditore di città gli investigatori hanno infatti trovato solo alcune tracce del passaggio su siti proibiti. E’ verosimile che l’indagato abbia scaricato materiale non condiviso con altri. E’ certo comunque che sul motore di ricerca abbia digitato la parola “pedo”. Nella sua abitazione però non è stato trovato materiale di alcun tipo. In casa dell’altro indagato la polizia ha sequestrato parecchi Cd dal contenuto inequivocabile. Nello studio dell’uomo accanto al Pc gli investigatori hanno trovato parecchi Cd zeppi di materiale pedopornografico. Sotto sequestro nelle due abitazioni sono finiti anche gli hard disk dei computer.
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