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martedì 12 febbraio 2008

Queerblog e la "Scalata gay al Corriere ".

Lo storico giornale di via Solferino apre gli archivi e si scopre che l'omosessualità non è più un tabù.

Da sedici anni a questa parte ne è passata di acqua sotto i ponti. E gli archivi del Corriere della Sera ne offrono una chiara testimonianza: lo storico quotidiano di via Solferino è il primo in Italia a consentire di effettuare ricerche nel proprio database a partire dal 2 gennaio 1992.

(Libero News) Queerblog si è messo a spulciare nella memoria digitale del Corsera: «ho notato una scalata - scrive - : la scalata al Corriere della Sera, appunto. Per la serie: siamo i gay "del quartierino"». In sostanza, tra il '92 e il '95 il termine politically correct era omosessuale (che vantava 1988 occorrenze contro le 884 di "gay"). Delle lesbiche si parlava (e si parla, a dire il vero) molto meno (362 volte), più o meno nella stessa misura in cui si parlava dei transessuali (399 volte).

Nel giro di tre anni, dal '96 al '99, evidenzia Queerblog, aumenta significativamente l'incidenza dei termini queer e Gay Pride (nominati il doppio delle volte). Il termine "gay" viene sdoganato e supera le occorrenze di "omosessuale" (2151 a 1689) e appare per la prima volta «il termine transgender (con 10 risultati), accanto al classico transessuale/i (388 volte)», scrive Queerblog.

In anni più vicini, tra il 2000 e il 2003, si parla parecchio di outing (74 volte, mentre l'espressione coming out, più corretta, ha 18 occorrenze) e, in concomitanza con il World Gay Pride, cresce «tutto il vocabolario gayo», mentre si registra «una leggera flessione del termine omosessualità (519)».

Transgender arriva a 101 occorrenze quando Vladimir Luxuria arriva in Parlamento, tra il 2004 e il 2007: in questi anni il termine gay viene citato 3139 volte, di omosessuali si parla 2311 volte e perfino le lesbiche escono dal cono d'ombra del tabù, con 471 citazioni. Tristi episodi di cronaca nera fanno salire il numero di occorrenze del termine omofobia (170) e in parallelo crescono ancora le espressioni coming out e outing, usato ormai in senso lato in relazioni alle situazioni più disparate.

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