Tra le cose che stanno a cuore alla trentenne Federica Zarri, professione pornostar, c’è ovviamente il mondo dell’hard. Che, dice lei, ha urgente bisogno di una riforma. Di nuove leggi. E sul tema, una proposta Federica ce l’ha. Per esporre quella che lei, correndo un po’, chiama già Legge Zarri, l’attrice sta girando i club a luci rosse italiani: prima di esibirsi, arringa la folla sulla necessità di norme che regolamentino il proficuo mondo del porno. Per seguirla nei suoi movimenti, basta affacciarsi alla rete e cliccare sui suoi siti: quello erotico e quello politico. Ma cosa prevede la proposta di riforma del mondo hard? Primo: che in Italia si possano svolgere festival di film hard sotto il patrocinio del ministero dei beni culturali. Secondo: “abolire la legge che, attualmente, vieta di girare film pornografici nel nostro Paese”. Tutti gli attori sul set dovranno essere muniti di certificato medico, che sarà controllato prima di iniziare le riprese. “Per ogni film, non si potranno girare più di tre scene di sesso ed il compenso per gli attori sarà minimo di seimila euro per le donne e cinquemila per gli uomini”.
Ha le idee chiare la Zarri, che però rifiuta qualsiasi paragone con chi, come Cicciolina, dai set a luci rosse approdò in Parlamento (Ilona Staller venne eletta nelle fila dei radicali nell’87, portando a casa 20.000 preferenze: seconda solo a Marco Pannella, grazie alle sue battaglie contro il nucleare e l’ora di religione). Ma non è detto che le sue proposte (libertarie e, soprattutto, libertine) si sposino con la linea di un partito centrista che dovrebbe richiamarsi al Ppe. Il settore che la porno star vorrebbe normare è un’industria che da anni, nonostante l’avvento delle nuove tecnologie e alcuni segni di cedimento, viaggia con numeri da capogiro, a differenza di tanti altri comparti che in Italia vivono una grave crisi economica. Le “luci rosse” restano intramontabili e segnano fatturati incredibili: oltre 1.000 milioni di euro, secondo l’ultimo rapporto Eurispes.
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