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venerdì 14 dicembre 2007

Reato di omofobia: sì in commissione E la sinistra esulta. Il caso Decreto sicurezza «alleggerito». Luxuria: un'emozione.

Ma Colombo: la mia fiducia è in dubbio.
A Roma le unioni civili dividono la maggioranza di Veltroni. Due le delibere: una del Pd e una della sinistra radicale.

(Alessandro Capponi - Corriere della Sera) Passa in Commissione Giustizia alla Camera il reato di omofobia, nonostante qualche assenza e l'Udeur schierata con l'opposizione. L'articolo contro l'omofobia, vero cuore del provvedimento, è stato approvato con due soli voti di scarto: 21 sì contro 19 no. Esulta la sinistra radicale e si fa più tranquilla la strada per il decreto sicurezza. Per l'ostruzionismo di FI non si è completata la votazione di tutti gli emendamenti (ne mancano due). «Comunque — ha spiegato Franco Grillini — la battaglia politica è stata vinta e la commissione ha riconosciuto il principio per cui è un reato discriminare anche per motivi di orientamento sessuale e di identità di genere». Il provvedimento avrà il via libera solo domenica notte. «Sono molto emozionata — ha confessato Vladimir Luxuria (Prc) —, perché per la prima volta è stato dato un riconoscimento all'identità di genere e per di più con voto nominale. Si è stabilito per la prima volta cioè che le vittime di una violenza sono tutte uguali. Siamo riusciti a vincere questa battaglia nonostante il ministro della Giustizia Mastella che ci abbia ripensato ». Parla di «grande battaglia di civiltà» il ministro Barbara Pollastrini. Chiede invece modifiche e urgenti il senatore a vita Emilio Colombo: «In occasione del voto di fiducia posto dal governo, ho votato sì per assolvere ad un criterio di lealtà. Con tale voto non ho però inteso mettere tra parentesi la norma sull'omofobia introdotta con un emendamento al decreto, contestato peraltro anche dalla senatrice Binetti. Giudico urgente e necessaria l'esigenza di un approfondimento e di modifiche. Ho fiducia per questo che il governo voglia farsene subito carico, perché il mancato mantenimento dei suoi impegni non condizioni il mio comportamento in aula».
Nella Capitale intanto le unioni civili dividono la maggioranza di Walter Veltroni. Fallito l'ultimo tentativo di mediazione, lunedì, quando l'Aula voterà, Prc ha convocato sulla piazza del Campidoglio «una manifestazione di tutta la Roma laica per un nuovo "Contro-Family day"». Il consiglio comunale si troverà a votare due delibere (una del Pd e una della sinistra radicale) e una proposta di iniziativa popolare: nel testo del Pd si chiede al Parlamento di accelerare sui Dico, in quello di Prc, Pdci, Verdi, Sd e Rosa nel pugno si prevede la creazione del registro per le coppie di fatto, mentre nella proposta di iniziativa popolare è anche prevista una sorta di simulazione di matrimonio, con una dichiarazione della coppia, sia etero sia gay, di fronte a un dirigente capitolino. Il centrosinistra romano — una volta «laboratorio» per alleanze e procedure da utilizzare poi a livello nazionale— rischia adesso di importare le difficoltà della maggioranza governativa.

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