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venerdì 14 dicembre 2007

Il caso non è la Binetti, il caso è il Pd.

(Alessandro Calvi - Il Riformista) «Non si può ritenere un fatto relativo alla sfera delle questioni eticamente sensibili il richiamo alla costituzione materiale e formale dell’Europa. E non se ne può parlare come di un fatto controverso. Penso invece che stiamo parlando dell’abc del partito al quale io ho scelto di aderire. Laddove su questo fronte il Partito democratico non tenesse una linea coerente e trasparente, beh, allora sarei io e non la Binetti ad avere un serio problema di coscienza e di appartenenza». Non le manda a dire Gianni Cuperlo (nella foto), parlamentare del Pd con una storia politica alle spalle che inizia col vecchio Pci: «Non possiamo usare questa categoria come una coperta che si allunga o restringe a seconda degli equilibri parlamentari. Questo è il punto che prima o poi dobbiamo chiarire».
Si parla ancora del caso Binetti, ovvero del voto di fiducia che la senatrice teodem ha negato al governo Prodi sul decreto sicurezza nel quale era stato inserito un emendamento, poi definito contro l’omofobia, che si richiamava al trattato di Amsterdam. Ma non è tanto questo a suscitare le perplessità di Cuperlo, quanto piuttosto la riflessione svolta sul Riformista da Giorgio Tonini, membro dell’esecutivo del Partito democratico e senatore cattolico molto vicino a Walter Veltroni. Tonini dell’episodio dava una lettura racchiusa nei confini dell’eticamente sensibile e in grado di ammettere la libertà di coscienza dei parlamentari su alcune questioni, anche qualora il governo ponga la questione di fiducia.
«Bene - dice Cuperlo - ma non mi pare sia questo il caso. Il decreto sicurezza recepiva un trattato europeo, il trattato di Amsterdam, che contiene norme sul contrasto alle discriminazioni basate su sesso, razza, orientamento sessuale e religione. Detto questo - prosegue Cuperlo - vorrei far notare che proprio pochi giorni fa è stata ri-ratificata la Carta europea dei diritti fondamentali e che dal 2009 questi diritti saranno vincolanti e potranno essere difesi davanti alla Corte europea di giustizia». Con ciò, è il ragionamento, l’Europa garantisce la difesa delle libertà individuali, il no alle discriminazioni, una serie di diritti sociali, e ciò comporta una evoluzione della stessa idea di Ue che ne superi la dimensione prevalentemente economica e monetaria: «Un’Europa dei diritti e delle libertà civili esiste e non si può non tenerne conto». Tutto ciò per dire che il caso Binetti sinora è stato male inquadrato? «Diciamo che questa premessa serve a dimostrare come la questione posta con l’emendamento sull’omofobia ha molto poco a che fare con la sfera dell’eticamente sensibile e molto con l’identità dell’Europa e con l’appartenenza a un corpo di principi e di valori che sempre di più definiranno la nostra futura costituzione materiale».
Così inquadrato, il caso Binetti assume una dimensione diversa rispetto a quanto è apparso sinora. «Già - osserva Cuperlo - Vorrei proprio capire di cosa stiamo parlando da quasi una settimana. Ho letto che qualcuno ha parlato del blitz di alcuni senatori alle spalle del governo ma non è andata assolutamente così. L’emendamento di Rifondazione era depositato da settimane ed era a conoscenza della maggioranza». Rutelli però ha dichiarato che non ne sapeva nulla. «Rutelli - attacca Cuperlo - cade dalle nuvole? Non voglio parlare per lui ma ho la sensazione che ancora una volta le posizioni di merito lascino il campo a ragioni di opportunità e di convenienza». Poi aggiunge: «Di fronte al messaggio della pattuglia teodem e delle alte gerarchie vaticane, improvvisamente una norma di puro buon senso diventa un attentato alla maggioranza e al governo. Così non funziona».
Tonini, al quale lei si è riferito spesso, al Riformista aveva parlato invece di «sgrammaticature politiche», di «grave errore» commesso dal governo ponendo la fiducia su un tema controverso. A lei questa non sembra una posizione, come si dice oggi, dialogante? «Non è il caso Binetti in discussione», è la riposta di Cuperlo: «Io personalmente non mi esprimo su cosa sia e cosa no un problema di coscienza per la Binetti. Però, al di là delle contingenze parlamentari, da Tonini vorrei sapere chiaramente che cosa pensa il Pd di questi temi: per me ciò di cui stiamo parlando non può essere considerato un punto controverso. Noi - attacca ancora Cuperlo - dobbiamo chiarire quale è la cultura politica del Partito democratico. Insisto. Non siamo di fronte a temi eticamente sensibili, sempre che non si vogliano mettere in discussione alcuni dei fondamenti dell’Europa che noi stiamo contribuendo a costruire. Ma se è così, a maggior ragione occorre chiarirsi su quale sia la cultura politica del Pd».

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