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venerdì 14 dicembre 2007

Ddl omofobia, quasi via libera. L'Udeur vota con la Casa delle libertà.

Passa in commissione Giustizia alla Camera la norma su stalking e reati contro gay e transgender. Forza Italia cerca di bloccare il cammino del provvedimento che alla fine passa per 21 sì e 19 no.

(La Repubblica) L'opposizione ci ha provato in tutti i modi ma alla fine - nonostante qualche assenza e l'Udeur schierata con la Cdl - passa, in commissione Giustizia alla Camera, il reato di omofobia. E la sinistra radicale va all'incasso, finalmente tranquillizzata: ora, nessun problema per il decreto sicurezza. Quasi ultimato, dunque, l'esame del provvedimento su stalking (le molestie ripetute) e reati contro gay e transgender (frutto dello stralcio dal più ampio progetto governativo sulla violenza sessuale) anche se due emendamenti devono essere ancora votati. E' possibile che l'esame riprenda già sabato notte, cioè subito dopo i tre voti di fiducia posti dal governo sulla Finanziaria, e dopo quello che le due commissioni, Affari costituzionali e Giustizia, convocate in seduta congiunta, dovrebbero dare al decreto sicurezza.

L'opposizione ricorre a ogni strumento per bloccare la marcia a tappe forzate, fa accorrere deputati per mettere sotto la maggioranza, presenta subemendamenti a raffica, prende tempo in attesa che il governo, in Aula, metta metta la fiducia sulla Finanziaria (il che fermerebbe i lavori in commissione). Niente da fare, il blitz non riesce. La forzista Jole Santelli s'indigna: "Dove sono gli sbandierati 'teodem' del Pd, così solerti a parlare sui giornali ma assenti nei momenti topici? Se fossero stati qui a votare con noi, non parleremmo più di omofobia". La norma infatti è passata con 21 sì contro 19 no.

Tant'è. La disposizione che tutela gay e transgender, modificando la legge Mancino, prevede ora fino a un anno e sei mesi di carcere (o una multa fino a seimila euro) per "chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati su opinioni politiche, sulle condizioni personali o sociali ovvero sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere". E la reclusione fino a quattro anni a chi, per gli stessi motivi, "istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza".


"E' stata vinta la battaglia politica - spiega Franco Grillini - e riconosciuto il reato di discriminazione anche per motivi di orientamento sessuale e di identità di genere". Emozionata Vladimir Luxuria "perché per la prima volta è stato dato un riconoscimento all'identità di genere, tutte le vittime delle violenze vengono riconosciute come uguali".

Al traguardo, però, l'Unione è arrivata divisa: Gino Capotosti (Udeur) ha votato con il centrodestra mentre Federico Palomba (Idv) ed Enrico Buemi (Sdi-Rnp) non si sono presentati. Nella Cdl è mancata la Lega. E An si è opposta sul merito presentando un emendamento che è stato in parte recepito nella norma anti-omofobia. Il relatore del testo e presidente della commissione Giustizia, Pino Pisicchio, ha infatti trasposto nel testo la parte della proposta di modifica di Cirielli che punisce chi discrimina per motivi personali o sociali e per opinioni politiche. Mentre è stata respinta quella che cancellava la discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere.

Grillini - che in commissione ha regalato a tutti una copia della Carta dei diritti d'Europa approvata ieri a Strasburgo - ha avuto un battibecco su Freud con Elisabetta Gardini (nella foto). Secondo la deputata di Fi, "persino Freud odiava gli omosessuali". Grillini (psicologo e gay dichiarato) ha replicato: "Qui dentro sono l'unico iscritto all'albo degli psicologi, e proprio la Gardini mi deve dare lezioni su Freud? Ma stiamo scherzando?".

Soddisfazione dal ministro per le Pari opportunità, Barbara Pollastrini. "Oggi, a Lisbona, la Carta dei Diritti è diventata valore giuridico vincolante per i Paesi europei. Il lavoro della commissione Giustizia è stato coerente rispetto alle indicazioni sovranazionali e a quel piano d'azione integrato contro la violenza sulle donne per cui il governo ha iniziato a operare col ddl di un anno fa. L'impegno - conclude - è che subito dopo l'approvazione del testo in Aula, la commissione riprenda e licenzi la parte restante della proposta".

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