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venerdì 14 dicembre 2007

Luxuria: «Non calpestate i diritti civili». Parla Vladimir, protagonista a Correggio dell'omaggio a Tondelli.

L'artista e onorevole racconta il suo ruolo nella Sinistra Arcobaleno e anticipa il suo nuovo spettacolo "Si sdrai per favore".

(Eleonora Bagarotti - Libertà online) Tornano oggi e domani a Correggio le Giornate Tondelli, durante le quali amici, scrittori e familiari del grande scrittore, malato di Aids e scomparso nel 1991, si ritrovano nel suo paese d'origine per ricordarne l'opera e la figura. Organizzatore dell'evento è l'instancabile Viller Masoni.
Quest'anno, però, c'è un omaggio particolare: quello di Vladimir Luxuria, parlamentare di Rifondazione comunista e artista di vasta esperienze in campo culturale e teatrale: la ricordiamo in My name is Silvia, applaudito spettacolo che portava in scena la storia e la vita della Baraldini, e autrice dell'autobiografia Chi ha paura della Muccassassina? (Bompiani editore).
E Luxuria porterà in scena domani alle 21 al Teatro Asioli di Correggio il suo Omaggio a Tondelli, per la regia di Emiliano Roya. Di scrittura, di teatro e di vita abbiamo parlato con lei, una delle persone più garbate e intelligenti con cui ci è capitato di parlare nell'arco dell'ultimo anno.
«Tengo a dire che per me è un'emozione enorme portare Omaggio a Tondelli nella sua cittadina natale - ci ha confidato -. Sono stata a Correggio, nel Centro di documentazione, e ho toccato il personal computer con cui Pier Vittorio lavorava e ho visto le sue opere, tradotte in tantissime lingue. Ho percorso le strade che anche lui percorreva, con la sua bicicletta, quando usciva da scuola per vedere i colori del paesaggio. La Correggio di Tondelli è un po' come la Dublino di James Joyce, entrambi hanno descritto le loro città e le loro opere vivono in esse».
Com'è nato l'Omaggio a Tondelli?
«Io, in verità, ho accolto una proposta di Giorgio Albertazzi, che mi ha chiesto di pensare a una messa in scena in omaggio a Pier Vittorio al Teatro Argentina di Roma, dandomi carta bianca. Così ho inserito letture, brani recitati e canzoni poiché la musica è stata importantissima per Tondelli, oltre ad essere l'argomento di molti suoi articoli. Canterò brani di Fabrizio De André, Lucio Battisti e Culture Club».
Dalla lettura della sua autobiografia e dai suoi trascorsi nel mondo dello spettacolo, deduco che la musica sia importante anche per lei.
«La musica... Io credo che, fin quando esisteranno possibili combinazioni di note, ci sarà sempre un motivo per svegliarsi la mattina con ottimismo. La musica è stata anche per me una compagna di vita, consigliera nei momenti più tristi. Non solo io amo la musica ma anche chi scrive sulla musica, come Tondelli».
Dopo Tondelli, in Italia sono emersi nuovi scrittori ma, a mio avviso, nessuno "rivoluzionario" quanto lui.
«Io credo che la differenza tra un grande scrittore e un genio sia dettata dalla sua atemporalità. Vicky era un genio, le sue opere sono un po' come quelle di Michelangelo. C'è un senso di non finito, un segno che anticipa ciò che avverrà più tardi nel tempo. Nei suoi scritti, Tondelli ha anticipato il genere Pulp. Nello spettacolo, leggo il primo brano da Altri libertini, in cui il protagonista è un tossicodipendente nel bagno di una stazione ferroviaria. Come non pensare a Trainspotting? Non ultimo - non per fare il politico a tutti i costi - in Camere separate, nel raccontare la storia d'amore tra Leo e Thomas, Tondelli affrontava con grande anticipo l'argomento delle Unioni civili e l'esclusione del compagno di chi muore da qualunque diritto».
Parafrasando il titolo della sua autobiografia: omosessuali, lesbiche, mamme single, transgender, coppie di fatto, rom, romeni... In Italia, tutte "muccassassine" di cui aver paura?
«Credo che in Italia ci sia un virus potentissimo e che si chiami deresponsabilizzazione. A volte si esce di casa la mattina nervosi, arrabbiati, si cercano capri espiatori. Si cerca di vedere la colpa all'esterno. Uno se la prende con la povera gente, con chi ti chiede se può lavarti i vetri dell'automobile al semaforo. Si è aperta una polemica, ultimamente alla Camera, sul testo relativo al reato di omofobia. Vorrei ricordare che l'omofobia è un reato. E vorrei anche ricordare che il Trattato di Amsterdam e la Carta dei diritti umani dicono che non bisogna discriminare le persone in base all'etnia, al colore della pelle. Sentenze della Corte di Cassazione hanno condannato chi ha dato dello "sporco negro" a qualcuno. E poi non bisogna discriminare le persone in base alla religione, che professano o che non professano - e cito l'art. 8 della Costituzione -, ma anche in base all'età, che è una condizione naturale. E infine anche in base all'orientamento sessuale. E' un reato perseguibile penalmente dare del "frocio" a un omosessuale, un atto che incita alla violenza, come ha fatto il Sindaco di Treviso Gentilini, che in un libro ha scritto che "ci vorrebbe la pulizia etnica per i culattoni". Chi insulta, chi picchia, chi incita alla violenza va condannato. La questione dei diritti è una delle priorità della Sinistra ed è anche la mia».
Cosa ne pensa della Sinistra Arcobaleno? Dove sta andando la "cosa rossa"?
«La cosa rossa è Michela Vittoria Brambilla, per fortuna noi siamo la Sinistra Arcobaleno. La Sinistra che si batte per i diritti civili. Il Partito Democratico infatti ancora non ha preso questa strada a causa dell'atteggiamento della Binetti al Governo».
Un'anticipazione: il 26 gennaio 2008 a Sesto Fiorentino, alle 16 alla libreria Rinascita, presenterai con Bruno Casini la tua autobiografia e alle 21, al Teatro della Limonaia, il tuo nuovo spettacolo "Si sdrai per favore". Di cosa si tratta?
«Si sdrai per favore è un modo ironico di parlare ai sessuofobi e ai sessuomani, che sono a mio avviso collegati fra loro. Chi pensa meno al sesso è chi il sesso lo fa, chi non lo fa ci pensa continuamente. In Si sdrai per favore affronto le questioni sessuali, le paure sessuali e le ossessioni sessuali, per sdrammatizzare».
Scriverà un nuovo libro?
«La mia autobiografia è già in ristampa per cui credo di sì. Il tema sarà una ricerca approfondita e puntuale sui transgender».
I transgender, solo per il fatto di esserlo,in Italia faticano a trovare lavoro. Perché?
«Perché la gente dà molta più importanza a ciò che si trova in mezzo alle gambe che non a ciò che si trova dentro la testa».
Tornando a Tondelli, ed in particolare alla sua ultima produzione letteraria: emerge, in lui, una forte spiritualità. Non solo essa è legata al suo vivere la malattia e al suo essere cattolico, ma aleggia tra le righe come respiri nell'aria. Leggera, ma fondamentale. Avendola vista nello spettacolo, direi che anche lei è una persona spirituale. Sbaglio, forse?
«Il mio desiderio non è quello di una distruzione della Chiesa cattolica ma di un'apertura da parte della Chiesa cattolica nei confronti di quegli omosessuali e di quelle persone di fede cattolica che soffrono per questa chiusura, per questa condanna nei loro confronti. Io, ad esempio, sono buddista della Soka Gakkai e quindi la mia sessualità l'ho incanalata all'interno di una fede che non la condanna. Ma c'è chi vive una fede e viene discriminato. Tutti noi siamo un corpo ma siamo anche anima».

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