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venerdì 14 dicembre 2007

Meglio Opus Dei che gay E arrestatemi pure.

(Gianluigi Paragone - Libero) Meglio gay che Opus Dei. C'è una foto - credo scattata durante una gaudente manifestazione pro Dico - che ritrae alcuni di questi ragazzotti con una finta mitra cartonata in testa, con la scritta "Meglio gay che Opus Dei".
Ognuno ride per le battute che preferisce. A loro evidentemente piace molto visto che è uno sfottò parecchio di moda tra una certa sinistra anticlericale. E noi difendiamo il diritto di sfottere e ironizzare anche sulle cose più serie: siamo un Paese libero e con le spalle robuste. Mica come in certi Stati islamici dove se sfotti Maometto con una vignetta si scatena l'inferno e dove l'omosessualità costa la vita sul serio.
"Meglio gay che Opus Dei": se ne sono convinti, beati loro. Accade però che con quell'articoletto di legge che passa sotto il nome di norma anti-omofobia (termine che non c'entra un fico secco con il dibattito in corso) un rovesciamento dello slogan sarebbe punito.
Cosa voglio dire? Questo: "Meglio gay che Opus Dei" si può dire, "Meglio Opus Dei che gay" no. Diventerebbe un'offesa, un pregiudizio, un atto di razzismo. Da condannare fino a tre anni di arresto. Perché il gay verrebbe preso come confronto dispregiativo.

Una potente lobby di cui non si parla
Ecco gli effetti del "pacchetto sicurezza" così come rischia di uscire dal Parlamento qualora passasse la linea della sinistra radicale e laicista. Capite bene che sarebbe delirante.
Già oggi il potere discrezionale dei magistrati è infinitamente elastico, ci manca pure una norma del genere e poi possiamo metterci il bavaglio (prima che ce lo mettano gli altri). Non potremmo più criticare quelle politiche che spingono per i matrimoni gay o per le adozioni di figli da parte di coppie omosessuali. Non potremmo più criticare certe manifestazioni goliardiche, per non dire carnevalesche. Né potremmo spingerci a dire che oggi i gay sono una delle lobby più influenti in Europa.

Certo, qualcuno potrebbe non condividere il mio pensiero: ne parliamo. Ma ad armi pari.
Non che ai gay può essere permesso di annientare valori e principi sacri per la Chiesa, mentre per i cattolici che sostengono le loro idee scatta l'avviso di garanzia. Abbiamo derubricato la bestemmia, le offese al sentimento religioso e altro, ci manca solo che ora ripristiniamo i reati d'opinione. Perché? Un sospetto ce l'ho: perché più è arbitrario un potere (in questo caso quello giudiziario) e più si può colpire il nemico. La Chiesa e i cattolici ostacolano i Dico? Bene, montiamo una bella museruola e gliela mettiamo.

C'è chi obietta: è l'Europa che ce lo impone. E chi se ne frega.
L'Europa ha tante di quelle rogne da smazzarsi (a cominciare dal fatto che non riescono a far approvare uno straccio di Costituzione dai cittadini) e ci vengono a imporre trattati e decisioni calate dall'alto di chissà quali pensatoi? Ci facciano il piacere. L'Europa ha già rovinato le famiglie con l'euro, evitiamo di fargliele sfasciare del tutto con i matrimoni gay. Caspita, mi sto accorgendo che un articolo del genere rischierebbe di incorrere in sanzioni perché qualcuno ci potrebbe vedere pregiudizio discriminatorio contro gli omosessuali. Certo che no. La mia è un'opinione, pari a quella di chi si calza il cappello dei vescovi con la scritta "Meglio gay che Opus Dei". Perché lui dovrebbe avere più tutele di me?
Le lezioncine morali e le solite bugie
Quello della tutela dei gay sta diventando un tema di dibattito sbagliato nella prospettiva. Mi spiego. Dopo il voto della senatrice cattolica Paola Binetti (voto per il quale ha dovuto subire un processo imbarazzante) e dopo le minacce di Mastella di non approvare un testo definitivo contenente ancora quella norma, qualcuno a sinistra ha cominciato a spacciare per vera una fandonia: i cattolici sono contro la tutela delle minoranze discriminate e quindi anche dei gay. Poveri calimeri!

Scusate, ma allora la Costituzione italiana che ci sta a fare? Per anni mi sono sorbito le lezioncine morali di chi considera la Costituzione una bibbia laica, una legge intoccabile in quanto perfetta e, soprattutto nella sua prima parte, sublime e ora dobbiamo tutelare le minoranze perché non ci sono norme adatte? Qui qualcuno sta raccontando qualche bugia. O la Costituzione ha le rughe oppure è ancora a tenuta stagna. Non può essere buona quando il governo Berlusconi decide di cambiarla, mentre è da rottamare se governano le ideologie della sinistra. E comunque, non sta scritto da nessuna parte che ci dobbiamo bere tutte le fesserie partorite dai geni di Bruxelles. Nel giro di breve tempo vedremo quale sarà la decisione di Prodi: se asseconderà la sinistra perseverando con la norma anti-omofobia oppure se prevarranno le ragioni riconosciute dalla maggioranza della gente. Qualora passassero le idee della sinistra, a rischiare non sarà solo il governo; sarà la libertà di opinione e la tenuta di valori largamente condivisi. Certe idee finora non sono passate perché la politica ha detto no; non vorremmo che ad aprire la breccia fosse come sempre la magistratura.

LEGGE CONTESTATA
L'Udeur minaccia A gennaio diremo no alla anti-omofobia

«Nonostante il nostro voto contrario, alla fine il testo del ddl dove è contenuta la norma che punisce chi discrimina o commette violenza o istiga alla discriminazione sulla base di orientamenti sessuali, approderà in aula a gennaio». Il capogruppo udeur in Commissione Giustizia Gino Capotosti promette battaglia. «Riproporremo la nostra battaglia in aula per evitare l'approvazio ne definitiva del ddl. Come Udeur siamo e saremo sempre contrari a che nel nostro ordinamento giuridico venga recepito un genere diverso rispetto a quelli naturali»

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