(Antonello Caporale - La Repubblica) Niente più sepolture di massa. Da quando Silvio Berlusconi, politico ricco e di destra, ha scelto la sua dimora eterna nel vasto e lussureggiante parco di Arcore, la valutazione dei luoghi dove segnare la morte, a imperitura testimonianza di sé, è pregna di ricerche anche da parte di politici più poveri in canna e per giunta di sinistra.
Il modello ha fatto scuola, e dunque... E dunque il sindaco di Salerno e deputato diessino Vincenzo De Luca ha stabilito, in una commossa anticipazione alla città, che vorrebbe localizzare le sue ceneri al centro della principale piazza della città, in corso di edificazione. Piazza della Libertà, elle maiuscola.
Salerno è un caso interessante, un caso di scuola. Lì l'antipolitica è già al potere. E' detenuta da un ex comunista che negli anni ha mutato linguaggio e passioni. Funzionario del Pci, segretario di Federazione, poi sindaco e deputato, poltrone che oggi assomma naturalmente. Amava le bandiere rosse, e adesso di rosso, ai comizi in cui chiama a raccolta il popolo, ci sono solo i vessilli della città. Ha mutato linguaggio, virando nell'ultimo decennio verso toni più grevi e diretti. Gli oppositori sono configurati come "iettatori"; i napoletani, concittadini dell'odiato nemico Bassolino, governatore della Campania, sono spesso "cafoni" e gli immigrati senza permesso di soggiorno "sfaccendati" da restituire con un calcio alla patria di provenienza.
Salerno è l'esempio più luminoso di come l'esercizio di una politica "anti": efficiente, pratica, ruvida ma concreta abbia necessità di fare un modico uso dei riti della democrazia. "Io sono Salerno", dice il novello Chavez della Campania. Autore della politica del "fare" nemico delle "chiacchiere", odia l'inutile tempo speso in Parlamento ("chiacchierificio") e ogni usanza delle moderne democrazie. C'è da costituire l'Ufficio comunale per le relazioni col pubblico e lui dice: "Un barocchismo burocratico inutile e costoso. E' sufficiente che io giri per i quartieri, ascolti i problemi della gente per dar loro risposte. Si fa prima, si fa meglio e si risparmia".
De Luca ha studiato filosofia, conosce Marx, ha pianto per Togliatti e venerato Berlinguer. Eppure ha capito che la politica è un'altra. Fare e non discutere. Decidere e mai riflettere. Governa con mano ferma e potere assoluto. Non ha opposizione e un po' la cosa lo intristisce: "Dobbiamo imparare ad essere opposizione a noi stessi".
Sogna la grandeur: "Noi non abbiamo il Colosseo. E allora dobbiamo pensare a realizzare qualcosa che sia il nostro Colosseo".
Ecco Piazza della Libertà: grande, con un colonnato maestoso, imponente, insuperabile. E al centro della piazza le ceneri dell'uomo: "Mi piace immaginare l'urna con le mie ceneri posta al centro di questa piazza sul mare".
Al centro del centro della storia.
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