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sabato 22 dicembre 2007

I travestiti vanno in Paradiso, di Maurizia Paradiso.

(Booksblog) L’autobiografia di Maurizia Paradiso, “I travestiti vanno in Paradiso” (Aliberti Editore) fa venire in mente i mitici Squallor, quando nel 1980 cantavano: “c’è un dottore a Casablanca/ che ti leva quel che vuoi/ se non hai una palanca/ non andare a Casablanca“.

Maurizio Paradiso non ha mai avuto una palanca. Figlio di una prostituta diciottenne, abituato a dormire in macchina mentre mamma andava a fare le marchette, Maurizio ha vissuto un’infanza a dir poco atroce.

Una ‘via crucis’ di collegi - tutt’altro che un Paradiso - tra abusi psicologici, fisici e sessuali senza posa. Fino a quella volta in cui sua madre gli chiese di sparare alla rivale di strada, meglio nota come la Tigre.

Poi l’omosessualità si fece spazio in modo sempre più prepotente nella vita di Maurizio. Nel 1978 la decisione drammatica: cambiare sesso.

Nonostante i prodigi ironicamente cantati dagli Squallor, la medicina non aveva ancora raggiunto standard di sicurezza adeguati. L’operazione era dolorosissima, pericolosissima e costosissima. Al punto che Maurizio, per permettersela, dovette andare a battere a propria volta.

“Più che battere”, scrive, “conoscevo gente. Più che battere diventavo specializzata in psicologia. Io ho fatto un anno di questa specializzazione, per fare i soldi per il seno”.

Dopo l’intervento, si aprì per Paradiso un ulteriore calvario. Dosi massicce e dannose di ormoni, a corredo di tredici (13!) operazioni al seno.

Fanno tette a Casablanca/ peli in cachemire se li vuoi/ fanno sconti a comitive/ mo’ ci andiamo pure noi“, cantavano sempre i mitici Squallor.

Racconta invece Maurizia Paradiso nella sua autobiografia: “ho deciso di operarmi a vent’anni e a 23 l’ho fatto. Pensavo che questo avrebbe reso più facile la mia vita.

“E invece quella sofferenza non è mai sparita. Anzi, si è raddoppiata: se prima portavi la croce, con l’operazione ti viene messa la corona di spine. Nessuno dei motivi per cui mi sono operata ha a che fare con il sesso. Io non amo fare sesso…”

Ma dopo il Calvario, fu resurrezione. Maurizia Paradiso divenne in breve tempo il travestito più famoso d’Italia, grazie al trionfo nelle pionieristiche televisioni private e a “Colpo Grosso”, show cult degli anni ‘80 che arrivò a condurre dopo il celeberrimo Umberto Smaila.

Tutto ciò e molto altro è narrato nella bella biografia edita da Aliberti, “I travestiti vanno in Paradiso”, scritta da Maurizia insieme alla giornalista del Giornale Stefania Vitulli.

Si può ben prendere in considerazione questo libro per un regalo di Natale, che apra la mente e al tempo stesso lasci un bel po’ da pensare.

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