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sabato 22 dicembre 2007

Caro Walter... tuo Aurelio. Arcigay a Veltroni: “Al Pd manca l’alfabeto dei diritti”.

Caro Walter,
abbiamo letto su la Repubblica la tua replica “i diritti civili in cui crede il Pd” all’articolo di Miriam Mafai “la prima sconfitta del Pd” e, ci pare di capire che nella nuova formazione politica sulla laicità e i diritti civili regni sovrana la confusione. Vedi caro Sindaco della Capitale e Segretario del più grande partito del centro sinistra, al riformismo italiano che tu intendi rappresentare manca un codice valoriale e civile che sappia interpretare correttamente la società moderna. Quando tu parli di questioni che attengono alla coscienza, fai riferimento a prese di posizioni che sono emerse in questi giorni soprattutto tra i cattolici Tonini, Binetti e alcuni atei attenti come D’Alema e Chiti, che in qualsiasi paese d’Europa non potrebbero essere interne né nei partiti socialisti e socialdemocratici, né nei partiti liberali, né in alcuni grandi partiti conservatori. E’ inutile girarci intorno, perché la bocciatura del Registro delle Unioni Civili si collega ad una escalation da parte del vostro partito contro la cittadinanza lgbt (che non dovrebbe suscitare questioni di coscienza, e invece viene definita malata da tuoi eletti, rispetto a cui non abbiamo letto alcuna tua presa di distanza) cadenzata dalle bislacche dichiarazioni di D’Alema contro il matrimonio gay e le adozioni (non era necessaria la replica di Chiti, abbiamo capito che non volete alcuna parificazione dei diritti civili), dal pasticcio indecoroso andato in scena al Senato sull’ormai defunto decreto sicurezza, fino al pilatesco ordine del giorno presentato dal PD in Consiglio Comunale di Roma, su cui il tuo capogruppo non ha voluto operare una reale mediazione. Bisogna che il popolo romano ed italiano sappiano, che l’ordine del giorno del PD conteneva in un linguaggio coerente con il miglior democristianese, blandi auspici rispetto a diritti individuali civili imprecisati, auspicava una legge in materia, senza pronunciare quale fosse la materia. La Sinistra, davanti agli occhi increduli del sottoscritto e d’altri esponenti del movimento, ha proposto un’aggiunta che citava le parole “forme di convivenza” e “un provvedimento per le unioni solidali”. Queste parole blasfeme e incitative di un disordine morale dilagante, eticamente insensibile, sono state recisamente respinte.
Caro Walter ma di cosa stiamo parlando? Come omosessuali italiani, sappiamo quali sono le attività che il Comune di Roma finanzia, i patrocini che riconosce, i gesti simbolici (vedi che sono necessari anche quelli?) pubblici che sono stati decisi.
Ma il tema è sempre lo stesso: ritenete che oltre un certo confine non si possa andare. Il confine è quello etico, delle coscienze, della sensibilità religiosa. E’ un assunto valoriale tipico del cattolicesimo nemmeno reazionario: come persone, specificità di percorsi, sensibilità che si esprimono, anche gli omosessuali sono degni del nostro interesse e vicinanza.
Ma quando dal bisogno si passa al diritto le cose cambiano, qui nasce una cesura, che evidentemente il PD non riesce nella sua infanzia a superare: al bisogno si risponde con gli strumenti dell’assistenza, della pietas, delle culture solidali, al diritto si risponde la legge, la certezza della cittadinanza, l’assunzione della responsabilità civile.
Per questo caro Walter, oltre a riconoscerti meriti, non possiamo negare che il vostro attuale approccio alle nostre vite ed idee è oggettivamente ostile. Lo sai, parliamo di persone in carne ed ossa, di percorsi di felicità e altri più complicati, parliamo di vita, che non possiamo mediare per alcuna ragione di coalizione o partito.
Ah in ultimo, quale ulteriore arretramento ci dobbiamo attendere, dopo che i Pacs sono stati uccisi, i Dico (per fortuna) sepolti, i Cus insabbiati, le norme anti discriminazione cancellate? Qualche risposta sarebbe gradita.
Con stima

Aurelio Mancuso
Presidente nazionale Arcigay

(Liberazione)

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