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sabato 22 dicembre 2007

Professionisti travestiti da improvvisati.

(Booksblog) Viene da chiedersi come facciano personaggi sostanzialmente estranei alla letteratura, come Fabio Volo, Giorgio Faletti e tanti altri, a uscirsene con libri che sono perfetti congegni narrativi, in grado di appassionare il pubblico e vendere centinaia di migliaia di copie.

Niente da dire su Volo e Faletti, straordinari artisti di eccezionale simpatia e capacità nel loro settore (Faletti poi è di una poliedricità rara). Ma probabilmente i loro successi letterari sono operazioni di marketing, legate più allo sfruttamento di un “marchio” (il loro nome) che alla letteratura come se la immagina la gente.

In altre parole, il sospetto (non provato) è che l’operazione consista nel prendere un personaggio famoso, affiancargli editor sconosciuti ma di mestiere che non dico che gli scrivano i libri, ma quasi. Dopo di che vendere il tutto, alimentando l’illusione che la narrativa sia un’arte per improvvisati.

Qualcuno diceva che a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina…

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