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lunedì 11 agosto 2008

La tragedia dei pedofili sposati. Molestie al figlio degli amici, arrestato.

In cella un uomo insospettabile. La vittima: abusi per due anni. Il giovane si è ribellato dopo l’ultimo approccio e lo ha denunciato.

(Trentino) Due anni di abusi sessuali sul figlio degli amici, vicini di casa. All’ultimo tentativo di approccio, però, il giovane si è ribellato ed ha raccontato tutto prima ai genitori, poi alla polizia. Ieri mattina gli agenti della sezione di polizia giudiziaria della procura si sono presentati a casa dell’uomo, in Valsugana, con in mano un ordine di custodia cautelare in carcere richiesto dalla pm Alessandra Liverani e firmato dal Gip Marco La Ganga. L’ipotesi dell’accusa è di violenza sessuale, aggravata dal fatto che le presunte molestie sarebbero iniziate quando la vittima aveva solamente quattordici anni.

La brutta vicenda è maturata all’interno di un contesto apparentemente «normale». L’uomo contro cui sono rivolte le pesantissime accuse - che dovranno trovare conferma nel corso delle indagini - è incensurato, sposato e padre di alcuni figli.

La storia è venuta a galla recentemente. L’uomo, secondo la denuncia presentata dalla vittima, avrebbe per l’ennesima volta avvicinato il ragazzo, figlio dei vicini di casa, amici di famiglia. Un legame rinforzato dal fatto che la presunta vittima è un amico del figlio dell’uomo arrestato ieri mattina. Insomma, un clima di grande fiducia reciproca.

L’indagato avrebbe avvicinato sessualmente il giovane, approfittando del fatto che quel giorno era a casa da solo. Questa volta, però, il ragazzo si è ribellato con forza. La rabbia lo ha sconvolto, tanto che, temendo di lasciarsi andare ad un gesto di violenza (vicino a lui in quel momento c’erano dei coltelli da cucina), ha deciso di chiamare il padre. A quel punto il vicino di casa, spaventato, avrebbe tolto dal portafoglio tutto il denaro contante, quasi duecento euro, per comprare il silenzio della vittima. Una reazione che non ha sortito alcun effetto.

Il giovane ha raccontato tutto ai genitori, descrivendo nei dettagli due anni di molestie sessuali subite da quello che ritenevano un amico. Poi, insieme al padre e alla madre, si è rivolto alle forze dell’ordine per la denuncia.

Nella ricostruzione dei fatti fornita dalla vittima, l’indagato avrebbe approfittato della fiducia dei genitori del ragazzo per invitarlo ad uscite piuttosto frequenti, e della durata di più giorni, cui era costretto per motivi di lavoro. Con la scusa di risparmiare qualcosa sul conto dell’albergo - questa è la versione del ragazzo - chiedeva sempre una stanza con letto matrimoniale, dove dormivano insieme. Durante la notte l’adolescente avrebbe subito le attenzioni sessuali dell’uomo, mai sfociate in un rapporto completo.

La vittima fino a poco tempo fa aveva confidato quelle attenzioni morbose solo alla fidanzata. Per paura, per vergogna, non aveva mai trovato il coraggio di denunciare quella situazione.
Sulla vicenda ha aperto un fascicolo la pm Alessandra Liverani, con l’ipotesi di reato di violenza sessuale. Al termine degli accertamenti il magistrato ha chiesto una misura cautelare, eseguita ieri mattina. Incredula la moglie dell’arrestato, che difende a spada tratta il marito: secondo la donna si tratta di un clamoroso equivoco, determinato dal fatto che il coniuge ha un carattere particolarmente espansivo.

Nelle prossime ore l’uomo, che si trova in carcere a Trento, riceverà la visita del difensore, l’avvocato Francesco Moser. L’interrogatorio di garanzia si svolgerà nelle prossime ore: potrà essere la prima occasione per l’indagato di fornire la propria versione dei fatti.

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