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mercoledì 28 maggio 2008

La scienza del Gaydar.

(FrizziFrizzi) Gaydar, ovvero gay+radar: l’abilità innata di un omosessuale di riconoscerne un altro. Sul New York Magazine c’è un articolo (in inglese) molto interessante che parla di una nuova ricerca, basata sulle caratteristiche fisiche, che ipotizza che l’orientamento sessuale sia un fattore biologico.

Vengono portati ad esempio diversi tratti che accomunerebbero gay e lesbiche, differenziandoli dagli eterosessuali. Sembra infatti che una percentuale maggiore di omosessuali abbia la rosa dei capelli in senso antiorario. Altro fattore, la densità delle linee nelle impronte digitali del pollice e del mignolo sinistro: le avrebbero più fitte gay e donne eterosessuali.

Continuando con le mani, c’è il 50% in più di possibilità che gay e lesbiche siano mancini rispetto a uomini e donne eterosessuali. E ancora, la lunghezza dell’indice (sempre della mano sinistra) rispetto all’anulare. Gli uomini eterosessuali hanno tendenzialmente l’indice più lungo; per le donne etero le misure invece sarebbero più o meno identiche; per gay e lesbiche è l’anulare ad essere più lungo dell’indice. Con una variante: le lesbiche butch, pare abbiano le stesse caratteristiche degli uomini etero.

Infine la voce: in un test nel quale a persone di diverso sesso ed orientamento sessuale sono stati fatti ascoltare nastri con delle voci, il 75% dei soggetti ha riconosciuto le voci appartenenti ad individui omosessuali dal tono della voce.

La ricerca è seria, anche se è evidente che alcuni risultati sono soltanto coincidenze. A questo punto però, come scrive David France, autore dell’articolo, ci potrebbe essere il rischio di studiare tali caratteristiche direttamente a livello fetale e quindi, potenzialmente, prevenire l’omosessualità.

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