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lunedì 17 marzo 2008

Contro Rutelli un boicottaggio gay, ma parziale.

Il mondo omosessuale romano in guerra con il nemico dei pacs. Ha ritirato il patrocinio del Campidoglio al World pride del 2000. Ha portato i teodem in Parlamento. Si è opposto ai pacs e ai dico. Conti da regolare.
(Laura Maragnani - Panorama) Ha ritirato il patrocinio del Campidoglio al World pride del 2000. Ha portato i teodem in Parlamento. Si è opposto ai pacs e ha boicottato i dico. Risultato? Contro Francesco Rutelli, candidato sindaco di Roma per il Pd, è partito il boicottaggio della comunità gay e lesbica italiana, mentre l’ex ds Franco Grillini, esponente storico del movimento gay e promotore dei pacs, lo sfiderà come candidato sindaco dei socialisti, «in nome della laicità e dei diritti civili». «Negli anni 80, ai tempi del Fuori, Rutelli era nostro simpatizzante. Oggi è il nostro uomo nero» spiega Grillini. «Mai, mai, mai potremo votare Rutelli» giura Aurelio Mancuso, presidente dell’Arcigay. È «politicamente impresentabile» lo boccia Francesca Polo di Arcilesbica. E aperto sgradimento è arrivato dal circolo Mario Mieli, storica sigla del mondo gay romano. Il 6 marzo, secondo il sondaggista Luigi Crespi, Rutelli era al 48,7 per cento e Grillini, non ancora candidato ufficiale, all’1,1. Togliere al vicepremier 2-3 punti lo costringerebbe allo smacco del ballottaggio, che è l’obiettivo vero del movimento. La prima gaya prova di forza.

Ndr. Le cose non stanno così e i gay lo sanno. L'articolo oltre ad essere fazioso è reticente si dimentica che l'Arcigay romana lo sostiene. Una doppia politica da parte dell'Arcigay, come sostiene Enrico Oliari di GayLib. Una politica che lascia sempre le porte non del tutto chiuse. Al solito disinformazione.

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