Aurelio Mancuso dell'Arcigay attacca media e Pd: hanno paura di dire che la famiglia dello steward era gay.
(Il Manifesto - Giacomo Russo Spena) Se lo sarebbe aspettato da una destra omofoba e razzista un attacco del genere. Non dalla sinistra «cosiddetta progressista e liberale». Per Aurelio Mancuso, presidente dell'Arcigay, è un colpo basso l'articolo di Francesco Merlo («Se uno steward morto diventa una bandiera gay») uscito ieri su Repubblica: «Da quelle colonne si è sparato a zero contro le libertà civili e omosessuali».
Perché lei e altri colleghi del mondo lgbt avete accusato la stampa di non aver sottolineato che lo steward Domenico Riso, morto nell'incidente aereo in Spagna, fosse omosessuale? Nella vicenda non appare un elemento importante.
Non volevamo identificare che era scomparso un omosessuale, questo non avrebbe senso. Il nocciolo è un altro. Gran parte dei media ha omesso che Riso avesse una sua vita e che in quell'incidente se ne fosse andata la sua famiglia: sia il compagno sia il bambino. In Italia si vuole continuare a ignorare il fatto che esistono le famiglie omosessuali. Se fosse morta una coppia etero i titoli dei giornali sarebbero stati: «Tragica uccisione di una famiglia italiana». No? Invece Riso è morto da solo.
Tra l'altro per realizzare la sua famiglia, Riso era stato costretto a lasciare l'Italia.
È andato a vivere in Francia per poter realizzare il suo sogno. In Italia non avrebbe potuto, non essendoci riconoscimento per le coppie dello stesso sesso.
Però la sua ira è soprattutto contro l'articolo di Merlo. Si sente tradito?
Merlo dice che non si possono riconoscere le coppie omosessuali. Lo ha detto in modo brutale e offensivo. E Repubblica non è l'organo ufficioso del Pd, forse il contrario.
In realtà Merlo fa un discorso più elaborato. Dice di voler difendere i diritti dei gay...
Non è così. In questa società non esistiamo. Non siamo soggetti di diritto. Esistono solo gli eterosessuali. E Merlo esprime il pensiero di una classe politica, culturale e intellettuale che fa riferimento alla sinistra progressista che non vuole sentir parlare di famiglie omosessuali e di riconoscimento della cittadinanza. Una classe politica complice dell'omofobia dilagante. Neanche la sinistra radicale è esente da colpe.
Parole forti. Non vede spiragli di luce neanche ora che la sinistra si trova all'opposizione?
Non è un problema di governare o meno. Questa sinistra è succube di una cultura arretrata. Se Ratzinger non avesse una sponda politica di questo tipo, noi avremmo già avuto un riconoscimento ufficiale e giuridico. Se milioni di persone sono senza diritti, la colpa sta tutta sulle spalle di questi riformisti. Tra l'altro nel Pd ci sono clerico-fascisti come i teodem.
Però adesso c'è la destra. Tempi più bui?
Non mi interessa chi governa. Spero solo che la maggioranza risponda alle nostre richieste e esigenze. Poi certo, avendo come riferimento la ministra Carfagna, che è una nullità assoluta, non avremo nessuna possibilità di strappare qualcosa. Ma ho almeno il dovere di provarci.
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