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lunedì 25 agosto 2008

Cultura. Crane, omosessuale nascosto.

Omaggi postumi, è in libreria «Hotel de Dream» di Edmund White.
(Elisabetta Rasy - Il sole 24ore) A ventiquattro anni, nel 1895, lo scrittore americano Stephen Crane (nella foto) pubblicò Il segno rosso del coraggio, considerato il primo romanzo di guerra moderno degli Stati Uniti per il pathos antieroico e irriducibilmente verista con cui vi era rappresentato il conflitto tra Nord e Sud e punto di riferimento del Novecento a venire. Qualche tempo prima aveva stampato, con uno pseudonimo e grazie ai soldi del fratello, Maggie: storia di una ragazza di strada, la vicenda, scabrosamente raccontata, di una prostituta, ma il libro non aveva avuto successo. Per guadagnare faceva il giornalista free lance, lo interessavano la vita dei quartieri miserabili e i teatri di guerra. In viaggio verso Cuba, conobbe in Florida quella che sarebbe diventata la sua compagna, Cora Taylor, che aveva qualche hanno più di lui e gestiva a Jacksonville un bordello dal nome poetico: «Hotel de Dream». Anche per sfuggire allo scandalo di questa unione nel '97 la coppia si trasferì in Inghilterra, dove Crane era molto apprezzato da scrittori importanti come il compatriota Henry James e Conrad. A Brede Place nel Sussex, il lavoro intenso, le difficoltà economiche e soprattutto la tubercolosi lo ridussero rapidamente in fin di vita: morì nel 1900, non ancora trentenne, in una località della Baviera poco dopo esservi arrivato dal fallimentare rifugio inglese.

Anche Edmund White, nato a Cincinnati nel 1940, è uno scrittore americano che a un certo punto della vita ha scelto l'Europa,Parigi nel suo caso,dove ha vissuto dal 1984 per quindici anni prima di rientrare negli Stati Uniti, probabilmente uno degli ultimi autori d'Oltreoceano che hanno considerato il Vecchio Continente una patria letteraria. Ispirandosi all'esperienza personale, ha raccontato nella sua opera il mondo a parte dei gay della sua generazione, dagli omofobi anni di Eisenhower a quelli combattivi della rivoluzione sessuale a quelli tragici dell'Aids (come nel bellissimo Sinfonia dell'addio), nulla però condividendo con la letteratura di denuncia o mi-litante se non la passione delle verità occultate, indagate con una prosa elegante in cui si intrecciano sentimento del tragico e ironia.

Nel 2007 White ha dedicato a Crane, che considera il più misterioso dei classici americani dell'Ottocento, un romanzo affascinante che è – anche –un affondo all'indietro nella storia della comunità omosessuale. Si intitola Hotel de Dream (ora tradotto in italiano con ottimo piglio stilistico e ogni tanto un po' troppo letteralmente da Giorgio Testa), ma il bordello di Cora non c'entra se non come evocazione di un'atmosfera di passioni disordinate, proibite e intense. Nel romanzo infatti Crane appare morente, assistito dalla dolcissima e scoveniente compagna, mentre è travolto dai ricordi della sua breve vita e soprattutto da un'ossessione: scrivere, anzi dettare con l'ultimo fiato rimasto, un romanzo iniziato anni prima e poi distrutto per timore di un imperdonabile scandalo. Un romanzo ben più scabroso di Maggie: la storia violenta e sensuale di un giovane prostituto di cui si innamora un austero e timorato padre di famiglia.

Il romanzo che non esiste, se non in un rapido cenno di uno dei primi biografi di Crane, è White a scriverlo, in una sorta di suggestivo plagio alla rovescia, il plagio di un'opera mai nata. Come a suggerire che la letteratura è un perfetto albergo del sogno dove si incrociano fantasmi e destini in perenne metamorfosi, e persino i libri mai scritti lasciano una consistente eredità.
--- Edmund White
«Hotel de Dream»
traduzione di Giorgio Testa
Playground, Roma, pagg. 236, Euro 15,00.

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