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lunedì 14 luglio 2008

Verona. La protesta gay blindata ma ordinata.

La domenica del secondo centro della provincia «animata» dalla manifestazione contro la discriminazione. Con musica, slogan e attacchi al Comune.
(Morello Pecchioli - L'Arena di Verona) Anche se, alla fine, non è accaduto nulla di quello che si temeva, quella di ieri non è stata una domenica come tutte le altre per Villafranca. La protesta del Circolo Pink contro il divieto dell’amministrazione Faccioli al "Sunday gay pride", la festa dell’orgoglio omosessuale prevista al circolo Arci Kroen in località Parà, nei campi oltre gli impianti sportivi, ha animato il passeggio domenicale dei villafranchesi e dirottato un gran numero di curiosi, attirati dalla musica dei Pink e dallo spiegamento delle forze dell’ordine, in via Garibaldi.

I manifestanti, una quarantina di persone, si sono piazzati davanti all’ex teatro Verdi, stendendo striscioni, poster e cartelloni sui gradini e sulla facciata dell’edificio e sugli antistanti marciapiedi. Sull’altro lato della strada, tra il municipio e il bar Garibaldi, a cavallo dell’incrocio con via Rinaldo, si sono sistemati gli uomini e i mezzi inviati dalla questura per prevenire disordini: 60 uomini tra poliziotti in tenuta antisommossa, carabinieri del battaglione mobile di Mestre, vigili urbani di Villafranca; camionette, pantere, gazzelle.

Il Circolo Pink ha affidato ai manifesti, alla musica diffusa da un impianto stereo alimentato da un generatore di corrente, e alle parole di Giovanni Zardini, presidente del circolo, i motivi della protesta. Appeso alle serrande abbassate del Verdi un grande striscione rosa recitava: «Uccisi dalle barbarie, sepolti dal silenzio. Circolo Pink Verona». Altri erano diretti contro l’amministrazione: «Non ci avete dato la festa ci prendiamo la strada» «Meglio froci che fascisti» «Meglio froci che Faccioli» «Siamo sbarcati a Villafranca grazie a Faccioli» «We love Villafranca». Nessun incidente. Un signore, transitando in macchina davanti al Verdi, ha urlato qualcosa contro i manifestanti che hanno contraccambiato con un «vaffa».

«Che venga proibita una festa è un paradosso», ha sottolineato Zardini, «il circolo Arci Kroen ha organizzato altre feste e non gli è stato detto niente. Solo la nostra è stata negata. Villafranca ha una giunta fascista. Denunciamo la presa di posizione omofoba e razzista dell’amministrazione Faccioli. Avevamo le carte in regola ma abbiamo rinunciato per non mettere nei casini il circolo che ci ospitava, l’Arci Kroen. Ma non potevamo rassegnarci a nasconderci. Ecco perchè abbiamo scelto questa manifestazione di visibilità».

«Ringraziamo il sindaco Faccioli», ha aggiunto Zardini ironicamente, «per la botta di visibilità che ci ha regalato. Guardate che spiegamento di forze dell’ordine: migliaia di euro spesi inutilmente. Se ci lasciavano fare la nostra festa in campagna non sarebbe successo niente. E invece abbiamo dovuto trasferirci qui. È triste pensare che proprio domani (oggi per chi legge) ricorre il 13° anniversario della vergognosa mozione del comune di Verona, sindaco Michela Sironi, che rigettava la risoluzione di Strasburgo che parificava i diritti degli omosessuali a quelli degli etero. Dopo 13 anni siamo ancora costretti a rivendicare i nostri diritti».

Laurella Arietti, vicepresidente trans del Circolo Pink, candidato sindaco alle ultime amministrative di Verona, aggiunge: «Il nostro è un sit-in variopinto e pacifico. Dimostriamo con la musica, i balli e i discorsi che non vogliamo mollare nè scomparire. La presa di posizione della Fiamma Tricolore che ha cercato di farci passare per gente pericolosa, era falsa. Alla festa era prevista la partecipazione di tre-quattrocento persone: omo, etero, trans. Il nostro è un circolo molto traversale».

Pochi metri più in là. seduto a un tavolino esterno del bar Brasil, il sindaco Faccioli è insieme all’assessore Riccardo Maraia. «La decisione di proibire la festa al circolo Arci Kroen è stata presa dalla giunta all’unanimità. Perchè? Questioni urbanistiche: quell’area è agricola, c’è una casa dove si è fatto un circolo privato in attesa di condono. Non sono previste manifestazioni pubbliche. In luglio erano in programma tre feste, due sono state fatte, una si farà. Questa non era in programma. L’Arci è riservato a soci, questi non lo sono. E non è vero che abbiamo minacciato il proprietario. Sì, lo so che in passato quando c’era il circolo Adrian, l’area fu concessa per feste di estrema destra, ma io non c’entro con quel passato. Sono il sindaco di adesso, rispetto le regole e le faccio rispettare. E mi dispiace che questo rispetto sia stato strumentalizzato».

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