Denuncia choc del parroco di Gavinana. Il racconto di don Vittorio Menestrina che, per la seconda volta nell’arco di un mese, ha trovato in chiesa una coppia di fidanzatini che si scambiavano effusioni di fronte all’altare.
(Roberta Della Maggese - Quotidiano.net) "Non mi scandalizza vedere due persone che si baciano, mi spaventa l’idea che i giovani di oggi non abbiano più rispetto per la loro intimità". A 42 anni don Vittorio Menestrina non è certo un ‘fariseo’. Usa il cellulare, è appassionato di informatica, si destreggia tra il catechismo e la Casa della gioventù. Ma quando la settimana scorsa, per la seconda volta nell’arco di un mese, ha trovato tra le navate della chiesa una coppia di fidanzatini seminudi che si scambiavano effusioni, comodamente seduti sulla panca di fronte all’altare, ha perso la pazienza e ha deciso di vuotare il sacco. "A Gavinana - si sfoga il parroco di San Piero in Palco - la situazione è ormai intollerabile. Quella intorno a piazza Cardinale Elia dalla Costa non è mai stata una zona tranquilla, ma da quando l’estate scorsa si è formata una nuova compagnia di giovani che frequenta i giardini pubblici, la situazione è peggiorata drasticamente". I ragazzi, una trentina in tutto, all’uscita di scuola si danno appuntamento sul sagrato della chiesa. Hanno dai 12 ai 16 anni. Molti sono di Gavinana, altri arrivano da Ponte a Ema e alcuni vivono in zone ‘bene’, come Santa Margherita a Montici e via Fortini.
"In poco tempo - racconta il prete - si sono impadroniti della piazza e, tra prepotenze e sberleffi, sono riusciti ad allontanare anche un gruppo di ventenni che frequentava la stessa zona". Hanno riempito la facciata della chiesa di scritte. "Nessuna minaccia personale - precisa don Vittorio - e nessuna offesa contro Dio. Sono frasi senza senso, che testimoniano però il rifiuto della vita e un profondo disagio interiore". Accanto al cancello del cortile interno, che quattro anni fa il giovane parrocco, appena arrivato a Gavinana ha fatto ripulire, scovando tra la terra e i cespugli centinaia di siringhe, campeggia una croce uncinata. Sul portone d’ingresso altre frasi sconnesse: "Punk al rogo" e "Che noia, non ce la possiamo menare così".
Mentre parla, don Vittorio mostra con le mani l’alone della vernice idrorepellente con cui ha fatto rivestire i muri esterni. Uno stratagemma per impedire che i vandali depurpino la facciata e bivacchino sulle scale. Stessa funzione per le telecamere a circuito chiuso, la cancellata in ferro che delimita l’ingresso e la cassa stereo sistemata all’angolo del portico: doveva servire per diffondere all’aperto i canti gregoriani. Un deterrente che i ragazzi della compagnia non hanno gradito: "Più di una volta - riferisce il parroco - è stata presa a pallonate e per impedire che la distruggessero l’ho fatta circondare di punte in ferro".
Ma il racconto fatto da don Vittorio è costellato di episodi di bullismo: "Un mese fa di notte qualcuno si è accanito contro la statua di San Piero che sovrasta l’ingresso, prendendola a bersaglio per il lancio della uova. La settimana scorsa, mentre celebravo un funerale, un paio di ragazzi del gruppo hanno fatto lo sgambetto ai parenti che portavano la bara in spalla, rischiando di far cadere il feretro. A dicembre un anziano del quartiere è stato picchiato perché si era permesso di rimproverare un gruppetto che si divertiva a lanciare petardi sulla piazza: un ventenne lo ha preso a pugni, fratturandogli il naso e provocandogli il distacco della retina". Ci sono poi i continui furti: "Quasi ogni giorno - si sfoga il prete - nel quartiere c’è qualcuno che si lamenta perché dal bauletto dello scooter è sparito il casco. I ragazzi li rubano, li dipingono per rivenderli e poi, se non sono soddisfatti del loro lavoro, li bruciano nella piazza davanti alla chiesa. Più volte ho trovato tracce di roghi e un paio di cacciaviti usati per lo scasso e poi nascosti tra le siepi".
In pochi sporgono regolare denuncia, nel quartiere tutti preferiscono confidarsi con don Vittorio. Il parroco però non ce la fa più a sopportare da solo il peso di questa responsabilità e chiede il sostegno delle istituzioni: "Ho deciso di prendere posizione nonostante il timore di ritorsioni perché credo che in ballo ci sia un problema di carattere sociale, che non riguarda soltanto la parrocchia ma tutta la comunità. Questi ragazzi non sanno che fare, si disinteressano della scuola, non cercano un lavoro e si insultano a vicenda. Ho provato a parlare con loro, ma mi vedono come un adulto che cerca di fare l’educatore e la cosa li infastidisce. Ho tentato anche di mettermi in contatto con alcuni genitori, ma le famiglie li difendono a spada tratta, oppure sono latitanti. Quando la settimana scorsa ho scoperto la coppia che amoreggiava in chiesa, i due ragazzi mi hanno guardato indifferenti e quando ho chiesto loro cosa stessero facendo mi hanno risposto: 'Preghiamo, don. Adesso togliamo il disturbo'".
Per coinvolgere quartiere, famiglie e associazioni, don Vittorio ha organizzato un’assemblea parrocchiale che si terrà sabato alle 16,30. Intanto alcuni esponenti di An hanno annunciato di voler avviare una raccolta di firme per fare installare alcune telecamere nella zona.
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