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giovedì 8 maggio 2008

Vladimir Luxuria: Pride, ostentare è un diritto.

A molti da fastidio la trans in costume o il gay muscoloso in shorts e sicuramente non la subrette seminuda in tv.
(Vladimir Luxuria - Liberazione) Un modo migliore per farsi un'idea di che cos'è un pride è parteciparvi: se sei eterosessuale sei benvenuto alla nostra manifestazione. Mi chiedo invece se ti dichiari omosessuale quanti problemi ad esempio potresti avere a tesserarti ad Azione giovani.

Per alcuni ostentare significa vestirsi con abiti del sesso anagrafico opposto, pregiudizio per il quale una trans in quanto tale sarebbe non una persona che lotta per diventare se stessa, ma una persona che gioca ad ostentare. A molti da fastidio la trans in costume o il gay muscoloso in shorts e sicuramente non la subrette seminuda in tv. Per altri tenersi mano nella mano, baciarsi con il proprio compagno, dichiararsi gay è un segno di ostentazione. Potresti anche avere giacca e cravatta, ma se porti all'esterno il tuo orientamento sessuale anche a livello affettivo sei ugualmente condannabile.

Quello che mi preoccupa di più non è il rischio che chi "ostenta" faccia indignare i soliti e ripetitivi detrattori della nostra manifestazione, i quali essendo contrari alla piattaforma politica sui diritti civili e la piena cittadinanza troverebbero comunque un motivo per darci contro. Quello che mi inquieta è che chi ostenta in questo clima culturale rischia grosso. Se in quella piazza a Verona il gruppo di skinheads avesse incrociato due uomini che si tenevano mano nella mano o una trans, ovvero una persona "diversa" in maniera manifesta, molto probabilmente la vittima sarebbe quella. E magari l'espisodio sarebbe stato minimizzato dal presidente della Camera che reputa meno grave un episodio in cui ci scappa il morto rispetto alle bandiere israeliane incendiate a Torino (da parte di quelle stesse persone che hanno contestato a Bertinotti la sua presenza alla Fiera del libro mentre al tempo stesso Il Corriere della Sera imputa alla Sinistra radicale atteggiamenti violenti contro lo Stato di Israele). La criminalizzazione che la destra e la Lega fanno di intere categorie come socialmente pericolose significa gettare benzina sul fuoco, quello stesso fuoco, ad esempio, appiccato a ponte Mammolo contro la popolazione rom.

Poco prima dell'elezione di Alemanno sindaco di Roma al circolo di cultura omosessuale Mario Mieli alcuni giovani hanno "ostentato" la propria appartenenza all'estrema destra nostalgica del ventennio irrompendo nella sede dell'associazione devastando mobili e materiale stampato e inneggiando al duce. Alemanno se vuole prendere le distanze dal pride tradirà la sua promessa di «essere il sindaco di tutti i romani».

Il Pride lesbo-gay-trans è una manifestazione che dal '69 in poi si tiene nelle principali città del mondo e mentre altrove è un dato acquisito, una manifestazione considerata al pari dell'8 marzo per la festa delle donne e del 1° maggio per la festa dei lavoratori, la destra più chiusa e omofoba d'Europa, vorrebbe che queste manifestazioni in Italia non avessero luogo o che avvenissero fuori dal centro, "fuori porta" come i cimiteri: il sindaco di Madrid (di destra anche lui) non penserebbe mai altrettanto per la capitale spagnola.

L'anno scorso sono stata vittima di aggressioni fisiche al pride di Mosca dove c'è un sindaco che la pensa come la destra in Italia e considera dissacrante tale manifestazione nella città sacra ortodossa. Quest'anno il pride è ancora più importante degli altri anni perché ha di fronte una alleanza clerico-governativa che mette in moratoria almeno per cinque anni i nostri diritti civili, con un parlamento che vede in maggioranza figure come Ciarrapico e all'opposizione figure come i teodem. Per questo parteciperò con orgoglio e allegria, ostentando la mia voglia di sopravvivere a chi invece ci vorrebbe rinchiudere nel segreto delle nostre alcove. Sarà un caso che le nazioni europee che hanno la minore percentuale di donne in parlamento (Italia Irlanda e Malta) siano le stesse dove manca il riconoscimento delle unioni omosessuali? Maschilismo e misoginia vanno di pari passo e sono figlie di quel maschilismo già contestato dagli anni 70 da Peppino Impastato e dal movimento femminista.

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