Di tradizionale, però, c’è stato solo l’appuntamento. Perché, durissime e inusuali, le parole del Pontefice sono andate di traverso a tutto il gotha dell’amministrazione capitolina, presente all’udienza: il sindaco della capitale Walter Veltroni, la giunta comunale, il presidente della Provincia, Enrico Gasbarra, e il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.
Quello di Ratzinger, che di Roma è anche vescovo, è stato insomma un monito serio e circostanziato: “Un evento tragico come l’uccisione, a Tor di Quinto, di Giovanna Reggiani, ha posto bruscamente la nostra cittadinanza di fronte al problema non solo della sicurezza, ma anche del gravissimo degrado di alcune aree di Roma; specialmente qui” ha spiegato Ratzinger “è necessaria, al di là dell’emozione del momento, un’opera costante e concreta, che abbia la duplice finalità di garantire la sicurezza dei cittadini e di assicurare a tutti, in particolare agli immigrati, almeno il minimo indispensabile per una vita onesta e dignitosa”.
In un continuo crescendo, il Papa ha poi messo in guardia gli amministratori sull’aumento di situazioni di disagio sociale: “I prezzi degli alloggi, le sacche persistenti di mancanza di lavoro, e anche i salari e le pensioni spesso inadeguati rendono davvero difficili le condizioni di vita di tante persone e famiglie”, ha aggiunto Benedetto XVI, che ha voluto spingersi anche nella denuncia di quella che ha chiamato “emergenza educativa”. “Sembra sempre più difficile proporre in maniera convincente alle nuove generazioni solide certezze e criteri su cui costruire la propria vita”, si è lamentato Ratzinger, criticando “un contesto sociale e culturale impregnato di relativismo e anche di nichilismo”.
Infine, l’affondo. Sui Dico, inevitabilmente. Benedetto XVI ha infatti chiesto con forza che “le pubbliche amministrazioni non assecondino” attacchi “insistenti e minacciosi” contro l’istituzione della famiglia. “Come ho scritto nel recente messaggio per la Giornata mondiale della Pace” ha aggiunto il Pontefice, “la famiglia naturale, quale intima comunione di vita e d’amore, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, costituisce il luogo primario dell’umanizzazione della persona e della società, la culla della vita e dell’amore” ha aggiunto Sua Santità. E qui a tutti è parso chiaro il riferimento del Pontefice alle discussioni sul registro per le unioni civili avvenute nella giunta comunale di Roma e alla più recente prese di posizione di Veltroni, da leder del Pd, sulla 194.
Colpito da tante critiche, proprio il sindaco Veltroni ha accolto le parole del Papa come “domande che per ogni persona di buona volontà sono inevitabilmente suonate come un’esortazione. Una dolorosa e pressante esortazione. Ad avere occhi per vedere, cuore per condividere, mente per pensare, per progettare e lavorare in concreto in favore degli invisibili”.
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