Da Bologna un grande segno di civiltà e nel contempo un esempio da imitare su tutto il territorio nazionale. Da viale Aldo Moro seconda tranche di finanziamento. Insorge la destra.
(Il Corriere di Bologna) Novantamila euro dalla Regione al consultorio per la salute
dei cittadini transessuali. La cifra, che rappresenta una sorta di rimborso per le spese sostenute nel 2007, non è il primo finanziamento che viale Aldo Moro concede al servizio per trans, è il secondo (già nel 2004 vennero dati 80 mila euro per il primo anno di un un piano triennale) e rappresenta dunque una conferma della volontà della Regione di farsi carico di questa fetta, anche se minoritaria, della popolazione.
«Di soddisfare una domanda sociale che si caratterizza per una marcata differenziazione e per l'emergere di nuove categorie di bisogni», come'è scritto nella delibera. Una scelta che non piace al centrodestra.
È dal '94 che l'Ausl di Bologna collabora con il Mit (Movimento identità transessuale) nella gestione del consultorio di via Polese 15. Una struttura in cui lavorano un'operatrice sociale addetta al primo colloquio, tre psicoterapeute e un'endocrinologa.
È in questa struttura che è possibbile effettuare il «Test di vita reale»: un percorso che può durare anche due anni, finalizzato a far sì che i pazienti scelgano consapevolmente di sottoporsi all'intervento del cambio di sesso. Il consultorio di via Polese è aperto dalle 10 alle 19 dal lunedì al venerdì e al sabato dalle 10 alle 13.
Sul piede di guerra il centrodestra, secondo cui la Regione «farebbe meglio a investire in altra sanità». Non solo la Lega Nord, ma tutto il Gruppo della Libertà di viale Aldo Moro. «Questa è la dimostrazione che i soldi, se si vuole, non mancano», afferma il consigliere Luigi Francesconi. Quei novantamila euro sono insomma soldi buttati per la destra: «La Sanità in Emilia-Romagna — prosegue Francesconi — ha un debito enorme e, come si è visto durante l'approvazione dell'ultimo bilancio, prosciuga gran parte delle risorse regionali. Risorse che, potrebbe pensare il cittadino comune, dovrebbero andare per curare gli ammalati, finanziare le strutture sanitarie e sostenere i casi sociali critici, ma che invece, si scopre, vengo buttati per foraggiare istituti inutili dal punto di vista pratico, ma che garantiscono appoggio politico e consenso elettorale alla giunta regionale».
Duro l'attacco del consigliere regionale: «Ci si lamenta in continuazione — dice ancora — degli enormi costi della sanità e delle scarse risorse disponibili e poi ci si accorge che si tratta di lacrime di coccodrillo, utili solo a coprire sprechi e clientele pagate con le tasse di tutti gli emiliano- romagnoli.
Collaborazione. Dal '94 l'Ausl aiuta il Mit nella gestione del centro di via Polese Ottantamila euro erano già stati stanziati nel 2004
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