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(Panorama) Le tendenze della moda sono un po’ come le previsioni del tempo: arrivano con un certo anticipo, fanno promesse, mettono tranquilli molti, in allarme alcuni, e poi può succedere che si esauriscano senza lasciare segno o creando catastrofi.
Il barometro per la stagione autunno inverno 2008-2009 della moda maschile è Pitti Immagine Uomo: a Firenze, dal 9 al 12 gennaio, si decide quello che gli uomini di tutto il mondo, o quasi, indosseranno tra dieci mesi. Meteo permettendo. Sembra facile, tanto bastano un impermeabile, un giubbotto, i soliti jeans e un paio di scarponcini per percorrere l’inverno. Invece no, Anche la moda, persino quella maschile, ha le sue perturbazioni. Che vanno seguite di stagione in stagione.
Per la prossima, i panni delle “meteorine” sono indossati da icone fresche fresche, miti un po’ ”stagionati”, divi sempre accesi. Tutti da imitare. Così, come un ciclone, arrivano turbinando l’inarrestabile George Clooney e il “vecchio” Marlon Brando, la new entry Andrea Casiraghi e il trasgressivo Pete Doherty, il ben educato Matteo di Montezemolo e il ritmato Kanye West. Nonostante il legame con la top model Carla Bruni, Sarkozy per una volta non viene menzionato: lui veste sempre e solo le giacche perfette dell’italiano Boglioli. A dispetto di tutte le tendenze.
Gli altri, invece, per essere up-to-date devono fare un minimo sforzo e seguire, anche se non alla lettera, i diktat di questa edizione di Pitti Immagine Uomo.
Riassumendo: il jeans vissuto, lavato e rilavato, rubato dal set di “Fronte del porto”, ma interpretato in grey urban, blu navy, black night. I giubbotti military, bomber resi sempre più leggeri da materiali tecnologi, che riparano senza “incapsulare”, anche grazie all’assenza di cuciture, sostituite da moderne termosaldature. Le sneakers in tutte le declinazioni, nei materiali laminati, nei pellami scamosciati e nei tessuti spigati. L’abito resiste: il due pezzi giacca+pantaloni della più classica sartorialità all’italiana può essere spezzato da una camicia bianca, anche senza cravatta per assumere un tono informale, ma “sempre a posto”. E poi, lo stile inconfondibile dei Fab Four: i quattro di Liverpool stanno vivendo una stagione dorata, il quarantennale della prima edizione dell’album White li ha rilanciati nell’orbita globale. Vestire come i Beatles significa scegliere silhouette allungate, tagli verticali, pantaloni quasi seconda pelle, camicie dal colletto appuntito, sottili cravatte in cura dimagrante. Lo spirito della swinging London e la sartorialità di Sawile Row possono compiere il miracolo: mettere d’accordo tutti. Sugli effetti positivi della moda.
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