“Candidarmi a sindaco? Mi prendo l’impegno di riflettere con grande attenzione su questa opportunità o possibilità” ha detto durante un’intervista rilasciata ad un quotidiano della città. “Quello di candidarmi a sindaco è un ragionamento che farò a tempo debito” ha proseguito il presidente,”certo è che “la lingua che parlo meglio è il dialetto bolognese. Tutte le mie attività sono state legate alla città. E sono un bolognese che ha sempre vissuto con grande entusiasmo la sua città. Una città che meriterebbe di essere più ambiziosa e di avere più ambizioni”.
A sfidare l’anno prossimo lo “straniero” Cofferati - che la settimana scorso ha rotto gli indugi, decidendo di ripresentarsi - potrebbe essere proprio lui, “il presidente del ritorno in A”, come qualcuno lo ha definito in questi giorni. Sfruttando così, l’onda lunga che arriva dal pallone anche se - fa sapere sempre Cazzola - “una cosa è il calcio, un’altra è amministrare una città, che significa farsi carico quotidianamente della gestione di un territorio. Ma è un argomento che mi piacerà affrontare, su cui mi concentrerò nel prossimo periodo”.
Una candidatura che potrebbe mettere d’accordo tutta la coalizione di centrodestra, a cominciare dal deputato di Forza Italia Fabio Gargnani, vero sponsor dell’operazione. E che non troverebbe indiffirente neppure l’Udc di Pier Ferdinando Casini (”un fatto positivo”, hanno commentato i luogotenenti democristiani).
Gli indizi per un “sì convinto” ci sono tutti, a cominciare dalla partita di domenica scorsa, che ha visto il Bologna conquistare la massima serie. In tribuna d’onore, allo stadio “Dall’Ara” era assente il primo cittadino Sergio Cofferati. C’era però il presidente della Camera Gianfranco Fini, pronto a festeggiare il ritrono nella serie A del suo Bologna.
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