 Il Sangue e i Medici, tra kolossal (?) e sitcom.
Il Sangue e i Medici, tra kolossal (?) e sitcom.
(Televisionando) “Avete mai partecipato a un’orgia?“: così si è chiusa la  prima puntata de Il Sangue e  la Rosa, miniserie  definita kolossal con un super cast di attori, al debutto ieri  su Canale  5, mentre Italia1  ironizzava sul Dr. House con Enzo  Iacchetti in camice verdino alle prese con gare di sedie a rotelle  e un’equipe di Medici Miei  da ‘brivido’. E’ iniziata la fiction Mediaset,  ma forse è il caso di fare ordine tra generi ed etichette della produzione  fictional. Intanto Il Sangue e la Rosa vince la serata con  4.700.000 telespettatori e uno share del 22,9%.
Prima di affrontare nel merito Il Sangue e La Rosa, vediamo i  risultati dell’Auditel: come detto Garko & co  vincono la serata con uno scarto di 500.000 spettatori nei confronti di  un evergreen di tutt’altro spessore, Pretty Woman, su RaiUno. Ottimo risultato per  Medici Miei, che supera gli obiettivi di ascolto di Italia1 con  uno share del 12% e un ascolto di 2.700.000  telespettatori.
Ma veniamo alle due fiction.
Due anni di  prepararazione, tre registi, centinaia di comparse, costumi, cavalli, un cast  che annovera Virna Lisi, Giancarlo  Giannini, Ornella Muti, Alessandra  Martines, Franco Castellano, Maurizio  Mattioli, Brando  Giorgi, oltre ai tre protagonisti Isabella Orsini,  Gabriel Garko  e Mirco Petrini: se tutto questo basta a fare un  kolossal allora forse Il Sangue e  la Rosa potrebbe rientrare nella categoria, nonostante la  recitazione approssimativa, i dialoghi infarciti di un romanesco folk, la  sceneggiatura inquietante, i personaggi (già visti) scolpiti con l’accetta, i  primi piani insistiti sui begli occhi dei protagonisti. Non che ci aspettassimo  molto di più, a dire il vero: la cifra realizzativa della Janus  International è ben nota, anche se stavolta si è cimentata con il  costume, e forse questa ‘novità’ ha ’stimolato’ una campagna promozionale da  ‘evento televisivo dell’anno‘, così come del resto è stato  definito nei promo di Canale 5.
In realtà Il Sangue e  la Rosa si inserisce perfettamente nel filone del classico  feuilleton ottocentesco. E’ vero che tutta la fiction deve molto al  feuilleton, prodromo della narrativa popolare seriale, ma in questo caso si  riscontra una precisa aderenza ai temi e alle storie classiche del  genere. Scontro di classe, figli illegittimi di nobili orgini cresciuti  da popolani, nonne desolate che partono alla ricerca della nipote perduta,  matrimoni di comodo conclusi con omicidi ed eredità contese (memorabile la scena  della Martines che soffoca il marito morente per paura che cambi il testamento a  favore della figlia illegittima e poi si lascia andare ad un rapporto amoroso  con l’amante ai piedi del defunto), il tutto condito da un triangolo poco  credibile tra i tre protagonisti.
A qualcuno potrà sembrare un’eresia, ma a  noi ha ricordato tanto il cartoon Georgie (ricordate?) figlia di nobili, ma  consegnata a contadini, contesa dai due fratelli adottivi.
Come poi  accade spesso nelle fiction di costume con eroine femminili si  fa di tutto per ‘modernizzare’ la figura della protagonista,  per facilitare l’immedisimazone con il pubblico. Ecco che l’Isabella Malvolti  del 1835 diventa una sessantottina ante litteram: studentessa  fuori sede (il padre, oste, fa tanti sacrifici per mantenerla agli studi in un  collegio di suore a Roma (?)), convinta della partità tra uomini e donne,  spegiudicata nelle relazioni con i maschi fin dalla tenera età, maliziosa al  punto da servirsi delle sue gambe per sedare una rissa tra i suoi amici  adolescenti (”siamo donne, oltre le gambe c’è di più!”).
Insomma, un  melodrammone in costume che su di noi ha avuto un effetto a dir poco irritante,  fin dalle prime battute, quando il precettore del nobile Giulio cerca di  convincere il suo allievo dicendogli “Dovemo studia’ ir De Bello  gallico!”.
Potremmo descrivere scena per scena tutta la puntata, ma non  sarebbe certo corretto: in fin dei conti stiamo esprimendo un giudizio, per cui  sarà meglio che vediate da voi la seconda, in onda martedì  prossimo su Canale  5 alle 21.10.
Su Italia1,  invece, andavano in onda i primi due episodi della sitcom Medici  Miei. La coppia protagonista, Enzo  Iacchetti e Giobbe Covatta, non delude, così come  simpatici è il contorno di ‘caratteristi’ che completa la squadra della clinica  Sanabel. Con un po’ di difficoltà abbiamo riconosciuto Silvano  (Alessandro Sampaoli) di Camera Cafè, senza  occhialoni e senza capello leccato, nell’anestesista Francesco, ma carino anche  il dottore di colore dai capelli rasta milanesissimo e di cognome  Brambilla (Bedlu Cerchiai), così come il chirurgo  Impastato, dalla voce sottile e dai modi simil militari (Gianluca  Impastato).
Carino soprattutto il secondo episodio, con l’impossibile  intervento di riduzione del seno di Melita, guest star, e  la fissa di Iacchetti che crede di essere House  e mette a confronto il suo staff con quello di Gregory.
Ma  anche qui la definizione di sitcom si attaglia poco al  programma. La dominanza, inevitabile, delle gag e degli sketch rapidi  tra Covatta e Iacchetti, l’inconsistenza delle tracce narrative, avrebbe forse  reso consigliabile una formula alla Camera Café, tutta  incentrata sulle singole gag e di durata raramente superiore ai 5 minuti,  piuttosto che cercare di legarle ad una sorta di motivazione narrativa che  dovrebbe reggere per 25′ e che comunque sfugge. Insomma situazioni e  protagonisti sarebbero più adatti ad una fiction cosiddetta  interstiziale che alla foruma sitcom, che mantiene, in ogni caso, una  sua struttura narrativa e dei suoi schemi realizzativi.
Per carità, tra  i due prodotti c’è un abisso: indovinate quello che ci è piaciuto di più e  soprattutto diteci che ne pensate. E per forrtuna stasera va in onda la seconda  e ultima puntata de O’  Professore.
Alle Europee con lo sbarramento al 5%. Barricate da sinistra.
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