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mercoledì 3 settembre 2008

Alla gara gay in divisa, vigile nei guai. Vince un concorso di bellezza negli Usa. Ora rischia la sospensione.

Il comandante: doveva chiedere il permesso per indossare l'uniforme.

(Michele Focarete - Il Corriere della Sera) È il vigile gay più sexy del mondo. Ha sbaragliato più di 46 mila concorrenti arrivati a New York da 162 nazioni. È stato incoronato come il «più bello in uniforme». Adesso, però, rischia un provvedimento disciplinare.

Al suo rientro dagli States il comandante della polizia locale di Milano, Emiliano Bezzon, lo ha convocato dicendogli: «Lei avrebbe dovuto chiedere il permesso per indossare la divisa. Deciderà la commissione disciplinare del Comune». Protagonista della vicenda, Fabrizio Caiazza, 33 anni, napoletano di origine, milanese d'adozione, un fisico palestrato per un 1,80 di altezza. Le sue foto, che si possono trovare su Internet. L'avventura del «ghisa», in forza al nucleo radiomobile come motociclista da oltre sette anni, inizia lo scorso maggio quando, per la prima volta, decide di iscriversi al concorso per soli uomini. E vola in terra americana, nella Grande Mela. Il tramite è il sito internet www.gaydar.it che consente ai poliziotti a stelle e strisce e a colleghi come Fabrizio di mettersi in mostra. Il vigile di Milano sbaraglia tutti. Vince e si guadagna lo scettro del più fascinoso, un contratto come modello per Gaydar e un premio di 15 mila euro. Soldi che gli serviranno «per finanziarmi gli studi universitari». «Sono molto contento — aveva dichiarato Fabrizio subito dopo la premiazione — che un italiano abbia vinto. Ho tenuto alta la reputazione degli uomini italiani in tutto il mondo. Il fascino poi della divisa, credo abbia influito non poco sull'esito finale».

Ma è proprio a causa della divisa che adesso il vigile meneghino rischia un provvedimento disciplinare. Il regolamento, infatti, «impone agli agenti di comportarsi in modo dignitoso e decoroso anche fuori dal servizio...». «E fuori dal servizio — è il commento di molti suoi colleghi — avrebbe dovuto sfilare per conto suo, a suo nome e non usando la divisa, senza tra l'altro chiedere il permesso al comandante che rappresenta il corpo dei vigili urbani di Milano». Insomma c'è malcontento tra i 300 agenti che compongono il reparto. Qualcuno addirittura parla di «utilizzo improprio della divisa, in modo mercenario». «Ognuno è libero di avere le tendenze sessuali che più gli aggradano — spiega una vigilessa che conosce bene Fabrizio — ma quando si è un pubblico ufficiale non si può andare a un concorso per gay con addosso la divisa. È un modo per screditare l'intero corpo». Fabrizio Caiazza, una volta spenti i riflettori della kermesse e passata la sbornia della vittoria, era tornato a Milano e aveva esternato la propria gioia a colleghi e amici. Aveva anche continuato a correre sulla sua moto in giro per la città per far rispettare il codice della strada. Preparato e rigoroso come sempre. Senza fare sconti a nessuno. Fino all'altro giorno. Quando, accompagnato da un delegato sindacale, si è dovuto presentare davanti al suo capo per dare spiegazioni. Per giustificare il suo comportamento nella notte gay americana.

Il sindacalista ha parlato di «buona fede». «È la prima volta che ha partecipato a un concorso di questo tipo. Lo ha fatto quasi per gioco», ha spiegato al comandante. A questo punto la patata bollente è stata girata al Comune: finirà sul tavolo di chi si occupa di sanzioni disciplinari per i propri dipendenti. L'episodio rischia di mettere in imbarazzo il vicesindaco Riccardo De Corato, assessore anche alla sicurezza. Da lui, infatti, dipendono gli agenti di polizia locale. Fabrizio Caiazza non rischia il licenziamento, ma potrebbero sospenderlo dal servizio anche per sei mesi con relativa riduzione della metà dello stipendio. La brutta notizia per lui arriva proprio nel giorno in cui si è deciso che il 26 settembre si terrà il primo meeting dei poliziotti gay a Bologna, nel quale si decideranno statuto e iniziative. Per fare uscire i gay in uniforme dalla clandestinità.
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1 commento:

NoirPink - Modello PANDEMONIUM ha detto...

Rimane poco chiaro cosa abbia screditato la Polizia locale milanese: il fatto che Fabrizio abbia partecipato a un concorso di bellezza o che abbia partecipato a un concorso "per gay", come ci tiene a precisare una collega?
http://noirpink.blogspot.com/2008/09/tendenze-un-poliziotto-gay-in-divisa-e.html