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mercoledì 3 settembre 2008

Telefono Arcobaleno: la pedofilia on line cresce del 40 per cento.

(Panorama) Oltre 30 mila siti internet a contenuto pedo-pornografico denunciati da Telefono Arcobaleno nei primi otto mesi del 2008, con un incremento del 40 per cento rispetto allo stesso periodo del 2007, che già presentava un dato record. L’organizzazione ha segnalato 3.790 siti al mese, 875 siti alla settimana, 125 siti al giorno. Con punte che hanno sfiorato i 5 mila siti in un mese e superato i 300 in un giorno. “Solo nel mese di agosto, abbiamo presentato 4.125 denunce in tutto il mondo - dichiara Giovanni Arena, presidente di Telefono Arcobaleno - Al di sotto della prima posizione, nella quale si conferma ancora una volta la Germania, si colloca la Cina, vera e propria novità nello scenario della pedofilia su internet, segno che la massiccia presenza internazionale in occasione dello svolgimento dei Giochi olimpici ha imposto l’apertura delle maglie della censura della rete internet”. Il report di Telefono Arcobaleno riguarda esclusivamente i siti con espliciti contenuti e materiali pedofili e pedo-pornografici che sono segnalati a Interpol e polizie nazionali, secondo le rispettive competenze, e sono resi immediatamente disponibili all’Autorità giudiziaria italiana e al Nucleo investigativo telematico, che ha accesso al database delle segnalazioni di Telefono Arcobaleno. Il rapporto può essere consultato e scaricato dal sito internet dell’associazione che da dodici anni in prima linea nel contrasto internazionale della pedofilia informatica.

Secondo un sondaggio di Eurobarometro, invece, nell’età compresa tra i 12 e i 15 anni, il 74 per cento utilizza giornalmente internet per almeno tre ore e praticamente tutti i bambini intervistati hanno risposto di essere stati esposti accidentalmente ad immagini pornografiche. Lo sfruttamento sessuale dei bambini on line ha un valore stimato di oltre 4 miliardi di dollari l’anno e la pedopornografia è un fenomeno prevalentemente europeo, il 61 per cento dei clienti e dei consumatori della pedofilia in rete proviene infatti dal Vecchio continente. Lo scorso luglio il Parlamento europeo ha presentato il nuovo programma comunitario “Safer internet”, per il periodo 2009-2013, di cui relatrice è la parlamentare italiana Roberta Angelilli, con l’obiettivo di promuovere un uso più sicuro di internet e delle altre tecnologie della comunicazione, in particolare a favore dei minori. Sono previsti 55 milioni di euro, 10 milioni in più rispetto all’edizione precedente, che serviranno per la creazione di un database europeo per la raccolta di immagini pedopornografiche, a disposizione delle forze di polizia ed operatori interessati; per la diffusione di software per le investigazioni di polizia, che supportino le operazioni di ritrovamento del minore sfruttato; per l’individuazione dei sistemi di tracciabilità dei movimenti finanziari legati allo scambio di queste immagini; per la diffusione di un marchio comune “children friendly”, attribuibile a siti considerati “sicuri” per i minori e per le famiglie.

In Italia, l’età media stimata dei bambini sfruttati passa dai 10 anni del 2003 ai 7 anni del 2007, con punte di età talora molto più basse. La fascia di età dei bambini maggiormente coinvolti va dai 7 ai 14 anni, ma è in aumento l’offerta pedopornografica con immagini di bimbi anche molto piccoli. I dati della Polizia postale italiana, aggiornati al giugno 2008, annunciano l’arresto di 205 persone e la denuncia di altri 4.007 individui, nel quadro di operazioni per la lotta alla pedopornografia on line. Inoltre la polizia ha fornito ai provider una lista nera di siti che, ad oggi, contiene 163 indirizzi. In Italia sono stati rilevati ed oscurati 177 siti pedopornografici, e altri 11 mila, la cui origine era di altra nazionalità, sono stati segnalati ai rispettivi organi di polizia all’estero. Le regioni più a rischio pedofilia sono quelle del nord con in testa la Lombardia (121 decreti di perquisizione nel 2007). Crescono, inoltre, secondo la Angelilli, i fenomeni di “grooming” e “cyberbullismo“. Secondo l’articolo 23 della convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali, si definisce grooming la manipolazione psicologica per scopi sessuali. In questo processo, ancora scarsamente studiato in Italia, colui che abusa, cura (”grooms”) la vittima, inducendo gradualmente il bambino a superare le resistenze attraverso tecniche di manipolazione psicologica. Il termine cyberbullying (bullismo in rete) è stato coniato dall’educatore canadese Bill Belsey e si distingue dalla cybermolestia, che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne. In Europa, studi recenti indicano che mediamente il 15 per cento degli adolescenti tra gli 11 e i 15 anni sono stati già vittime di prepotenze on line, attraverso intimidazioni, minacce, maltrattamenti e sopraffazioni tra minori, anche utilizzando messaggi e foto via web, sms, mms o video su social network come You Tube.

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