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mercoledì 23 luglio 2008

Bologna. Piercing vietato nei genitali. Esplode la polemica.

Bologna, le nuove regole del Comune. La giunta comunale ha varato il nuovo regolamento, l'ultima crociata di Cofferati.
(Alessandro Cori - La Repubblica) Nella città del sindaco Sergio Cofferati, dopo l'ordinanza che vieta la vendita di bevande alcoliche da asporto oltre le 22 e quella anti-bivacco - "incubo" degli universitari che la sera affollano il centro storico - anche il piercing sulle parti più intime diventa un tabù. Non solo per i minorenni, ma per tutti.

La giunta comunale ha varato il nuovo regolamento per le attività di estetista, acconciatore, tatuaggi e, appunto, piercing. Domani, salvo sorprese, il provvedimento sarà approvato. In riferimento ai piercing, si legge nel testo, "i minorenni avranno bisogno del consenso informato dei genitori" (escluso il solo piercing all'orecchio dopo i 14 anni). Divieto assoluto invece, a qualsiasi età, "su parti anatomiche la cui funzionalità potrebbe essere compromessa da tali trattamenti o in parti la cui cicatrizzazione sia particolarmente difficoltosa".

L'assessore al Commercio della giunta Cofferati, Maria Cristina Santandrea, ha chiarito più volte che il divieto riguarda sicuramente le parti intime, ma secondo alcuni tatuatori la norma è ambigua. "Non c'è nessuna ambiguità - assicura infatti l'assessore senza però scendere nel dettaglio - perché le parti intime sono evocate in questa norma in modo molto chiaro. Questo perché è stata recepita un'oggettiva motivazione medica, non è che ci siamo fissati. Del resto abbiamo agito d'intesa con le associazioni di categoria e basandoci sul regolamento d'igiene e salute pubblica. Sono sicura che la nostra decisione verrà adottata presto anche da altri comuni".

A definire meglio su quali parti anatomiche sarà vietato effettuare un piercing ci penserà comunque l'Azienda Usl e ieri, intanto, il nuovo regolamento non ha mancato di sollevare qualche perplessità tra i consiglieri comunali. Il presidente onorario di Arcigay, Sergio Lo Giudice (Pd), ha ricordato che ci sono parti del corpo, come lingua e capezzolo, che potrebbero rientrare tra quelle "la cui funzionalità potrebbe essere compromessa" ma che allo stesso tempo sono tra le più scelte dai giovani.

"Escludere la possibilità di fare un piercing in luoghi controllati dal punto di vista sanitario e per mano di professionisti - è la preoccupazione di Lo Giudice - significa creare una fascia di mercato illegale". Ma la giunta, per bocca dell'assessore alla Sanità Giuseppe Paruolo ribadisce le linee guida del regolamento: "Tatuaggi e piercing si possono fare, ma devono essere effettuati in un contesto sanitario controllato e sono esclusi alcuni tipi di piercing particolarmente problematici dal punto di vista sanitario". Ricordando, infine, che c'è "una scuola di pensiero" secondo la quale chi incappa in problemi sanitari per aver eseguito pratiche sui cui rischi è stato ben informato, poi non dovrebbe pesare sul sistema sanitario pubblico.

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3 commenti:

Maurizio Cecconi ha detto...

Ho scritto una lettera aperta a cofferati: qui.

Blu ha detto...

ho fatto un piercing genitale meno di due settimane fa ed è già guarito senza alcuna complicazione, un normalissimo buco all'orecchio magari fatto con quell'arnese infernale della pistola sparaorecchini fa molti più danni e ci mette molto più tempo a guarire che un piercing genitale fatto da un professionista.
Ad ogni modo piercing alla cartilagine o all'ombelico sono molto più lunghi a guarire del mio ai genitali, forse farebbero meglio ad informarsi bene prima di prendere decisioni così, senza contare che aumenterebbe il self made con rischi ben peggiori

k ha detto...

Semplicemente assurdo.

Studio in ambito scientifico, non amo più esporre piercing come un tempo, preferendo un look più "neutro", e mi tengo quello ai genitali.

Il punto è che chiaramente ci sono battaglie ben più serie da affrontare che quella per il diritto a bucarsi i genitali. Ma la gravità di questa ordinanza sta nell'ignoranza di fondo della proposta, che riflette una volontà proibizionista e negativa nei confronti dei giovani. Si tratta del solito pretesto per demonizzare il "diverso", indice di una chiusura mentale sempre più pericolosa.

Inutile osservare l'irrilevanza clinica di una critica di questo tipo (la mia ginecologa non ha reagito con alcun simile allarmismo); in confronto qualunque dentista sarà felice di illustrare l'incidenza sulla regressione gengivale di un piercing labiale come quelli tanto diffusi tra i giovanissimi (e anche qui si tratta di conseguenze a lungo termine, non di pericolo di morte imminente).

In ogni modo il piercing è una pratica estetica che va effettuata e curata con responsabilità e competenza, come ogni altro intervento di alterazione corporea. Sì a norme igieniche chiare e obbligatorie per estetisti e piercer (entrambi i settori ad esempio non possono fare a meno di un autoclave per sterilizzare gli strumenti), per contrastare la ben più pericolosa scelta del piercing fai-da-te.