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mercoledì 23 luglio 2008

Grande attesa a Londra per la mostra sull'imperatore Adriano.

Adriano: L'impero, il conflitto. Attesa per una delle mostre più imponenti degli ultimi dieci anni.
(Deborah Ameri - Il Messaggero) Sarà il neo sindaco conservatore Boris Johnson, grande appassionato di storia romana, a inaugurare quella che già viene definita una delle mostre più imponenti degli ultimi dieci anni: “Adriano: l’impero e il conflitto”, che apre i battenti domani al British Museum (fino al 26 ottobre).

Quella sull’imperatore romano, che governò il primo impero globalizzato della storia, è uno dei grandi eventi, attesissimi a Londra, che segue il successo riscosso in primavera dall’esercito di terracotta cinese.

«La vita di Publio Elio Adriano, che resse l’impero dal 117 al 138 d.C. è quanto mai attuale spiega il curatore Thorsten Opper Appena salito al potere ritirò le truppe dalla Mesopotamia, l’attuale Iraq. Un argomento caldo in questo periodo, il che rende la sua figura molto vicina a noi».

È proprio il parallelo che la stampa britannica ha tracciato tra Adriano e Barack Obama, il candidato democratico alla presidenza Usa, ad aver attirato l’interesse del pubblico. Sono già stati venduti 12mila biglietti e a Londra è ufficialmente Adriano-mania. La Bbc ha mandato in onda in prima serata un documentario, seguitissimo, sull’imperatore, curato dallo storico Dan Snow. E c’è grande attesa per il film che il regista inglese John Boorman sta per girare in Marocco sulla vita del condottiero, basato sul romanzo Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar del 1951.

Proprio parti dei manoscritti originali e delle note dell’autrice aprono il percorso della mostra londinese. Ieri gli operai stavano ancora collocando gli ultimi dei 180 reperti, che provengono da 31 musei sparsi per il mondo e che sono stati raccolti sotto la cupola della Reading Room, la sala di lettura del British, una sorta di versione vittoriana del Pantheon, fatto costruire da Adriano. Il percorso dell’esibizione celebra l’uomo, lo statista, il soldato. Per la prima volta vengono esposte parti di una statua alta cinque metri, appena scoperta a Sagalassos in Turchia. Sono inediti pure i marmi lavorati ritrovati da poco nella sontuosa villa di Tivoli. Alcuni oggetti lasciano per la prima volta i musei di Israele: si tratta dei reperti della grande rivolta giudaica del 132 d.C. Per esempio una lettera scritta da Shimon bar Kokhba, il capo dei rivoluzionari ebrei.

È un approccio globale alla vita dell’imperatore, passato alla storia come il Graeculus (il piccolo greco), amante dell’arte, dell’architettura e perdutamente innamorato di Antinoo, nonostante il matrimonio con Vibia Sabina.

Opper rivela anche che una delle statue più note di Adriano, drappeggiato in sofisticati abiti greci, sarebbe in realtà un falso. «La testa dell’imperatore è stata posta sul corpo di qualcun altro, forse un notabile di Cirene, dove la statua è stata ritrovata», spiega.

L’amore omosessuale dell’imperatore è un altro dei temi chiave. Dopo la morte di Antinoo, annegato nel Nilo in circostanze misteriose, Adriano ricopre l’impero di sue immagini, fonda una città e la chiama con il suo nome, gli dedica più statue che a sé stesso e lo celebra come un Dio. «Un lato dell’imperatore che lo rende umano e, ancora una volta, molto attuale», conclude Opper.

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