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mercoledì 23 luglio 2008

Carfagna: "Testamento biologico? Io dico no: è un viatico per l'eutanasia".

Polemiche dopo il toccante video messo online da un malato di Sla di 48 anni: "Nel momento in cui non fossi più in grado di mangiare o di bere attraverso la mia bocca oppongo il mio rifiuto ad ogni forma di alimentazione e di idratazione artificiale".

(Quotidiano.net) Dopo il video choc con il testamento biologico lanciato su YouTube da Paolo Ravasin, malato di Sla, si acuisce il dibattito sulla necessità di un provvedimento che regoli la materia per dare la possibilità alle persone di decidere la propria sorte.

Ma di testamento biologico non vuol sentir parlare - ad esempio - il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, che avverte: "Una legge del genere non può che vedermi in disaccordo. Ho paura, infatti, sia un viatico per l'eutanasia".

"La mia personale opinione - spiega Carfagna - è che la vita va difesa dal principio fino alla fine. Comprendo le difficoltà dei malati terminali e dei loro familiari, ma questo è il mio punto di vista".

IL DISPERATO APPELLO DI RAVASIN
Paolo Ravasin, malato di Sla, con fatica, parla,
davanti a una telecamera che lo inquadra e a un microfono che dà suono alla sua voce legge il suo testamento biologico, tenuto di fronte ai suoi occhi da altre mani: "Nel momento in cui non fossi più in grado di mangiare o di bere attraverso la mia bocca oppongo il mio rifiuto ad ogni forma di alimentazione e di idratazione artificiale sostitutive della modalità naturale".

E' il video di Ravasin, 48 anni, presidente della Cellula Luca Coscioni di Treviso che si apre sulla homepage dell'associazione. La voce è debole, ma la sua "volontà è ferma, convinta e documentata": no all'accanimento terapeutico, no all'alimentazione forzata, no all'ospedale, aiutatemi solo a non sentire dolore, "accetto unicamente i farmaci necessari a trattare i sintomi dolorosi derivanti".

E sottolinea: "sono stato adeguatamente informato e quindi sono pienamente consapevole delle conseguenze a cui mi espongo mediante tale rifiuto", ma è questa la "mia insuperabile manifestazione di volontà".
Un video come Piergiorgio Welby, malato di distrofia che due anni fa affidò alle immagini il suo appello per l'eutanasia al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

La voce di Ravasin, a causa anche del tubo endotracheale che lo aiuta a respirare, è metallica, uno sforzo dietro ogni parola, e pausa, singulti; lo sguardo semi abbassato nella tensione di parlare; un lungo piano sequenza fissa il suo volto, steso a letto, con scritte in sovraimpressione che riprendono il contenuto delle parole.

IL TESTO DEL TESTAMENTO BIOLOGICO
Ecco il testamento biologico di Ravasin: "Io
Paolo Ravasin nato a Ceggia, in provincia di Venezia il quattro aprile 1960, attualmente ospite presso la Casa Soggiorno Villa delle Magnolie a Monastier, in provincia di Treviso e sono stato adeguatamente informato, nel corso di approfonditi colloqui con il dottor Agostino Paccagnella (06.02.08) e il dottor Guido Zerbinati (06.02.08 e 13.02.08) alla presenza del dottor Camillo Barbisan Presidente del Comitato di Bioetica dell'ULSS 9, dell'evoluzione della mia malattia e della conseguente indicazione ai relativi trattamenti".

"In particolare - prosegue - per quanto riguarda la possibilità di nutrirmi ed idratarmi. La mia ferma, convinta e documentata volontà in proposito è la seguente: nel momento in cui non fossi più in grado di mangiare o di bere attraverso la mia bocca oppongo il mio rifiuto ad ogni forma di alimentazione e di idratazione artificiale sostitutive della modalità naturale. Tale rifiuto è da ritenersi efficace anche nella circostanza in cui perdessi qualsivoglia capacità di esprimere e ribadire la mia volontà".

"Inoltre - continua a leggere Ravasin - a partire dal momento in cui non fossi più in grado di nutrirmi e idratarmi attraverso la mia bocca rifiuto la somministrazione di qualsiasi terapia medica destinata a trattare la malattia di cui sono affetto e oltre altre patologie sopravvenienti intese come complicazioni. Accetto unicamente i farmaci necessari a trattare i sintomi dolorosi derivanti, in particolar modo, dalla disidratazione nella modalità di somministrazione che il mio medico - dottor. Guido Zerbinati o i suoi sostituti - riterrà appropriata".

"Affermo di essere stato informato
- sottolinea il malato - e quindi sono pienamente consapevole delle conseguenze a cui mi espongo mediante tale rifiuto che tuttavia considero quale mia insuperabile manifestazione di volontà. Infine oppongo il mio rifiuto ad ogni trasferimento in strutture ospedaliere".

"Non essendo in grado di sottoscrivere materialmente tale documento a causa della mia infermità - conclude Ravasin - attribuisco al medesimo il valore di espressione della mia autentica volontà attraverso una videoregistrazione nel corso della quale ho letto la lettura di questo testo al quale ho dato oralmente il mio assenso e che viene sottoscritto dai testimoni presenti".
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