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sabato 21 giugno 2008

Ruini. Finisce l'era del 'Cardinal sottile', al suo posto Vallini.

Wojtyliano di ferro, il porporato non 'va in pensione'.
(Apcom) Cambio di guardia del vicario del Papa per la diocesi di Roma. In attesa della nomina ufficiale, che arriverà nei prossimi giorni, il cardinale Agostino Vallini, attuale Prefetto del Tribunale della Segnatura apostolica, si prepara a subentrare al cardinale Camillo Ruini che lascia l'incarico dopo 17 anni e mezzo di servizio a fianco prima di Giovanni Paolo II e poi di Benedetto XVI. Intanto questa sera, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il porporato emiliano ha presieduto una solenne messa per ricordare i 25 anni di consacrazione episcopale. Una celebrazione, che ha tutto il sapore di un congedo.

Ha fatto la storia della Chiesa italiana degli ultimi venti anni. Dopo aver lasciato la presidenza della Conferenza episcopale italiana, lo scorso anno, e aver passato il testimone al cardinale Angelo Bagnasco, il cardinale Ruini lascia anche l'incarico di vicario del Papa per la Diocesi di Roma. Ma non esce di scena. Rimane, infatti, presidente del Comitato nazionale per il progetto culturale, progetto da lui voluto nel 1994 a indicare la presenza della Chiesa nella vita culturale del paese, "terreno di incontro - come disse lui stesso - tra la missione propria della Chiesa e le esigenze più urgenti della nazione". Il porporato è anche Gran Cancelliere della Pontificia Università Lateranense.

Wojtyliano di ferro, Ruini ha segnato le tappe più importanti del ruolo della Chiesa dell'ultimo ventennio. Attento a tutte le tematiche della vita socio-politica italiana, il porporato emiliano ha impresso una svolta 'epocale' nella Chiesa, fino a entrare attivamente nei temi più 'caldi' della società e della politica italiana. Dai temi etici - quali l'aborto, la famiglia, il matrimonio e le unioni civili, l'eutanasia, la fecondazione artificiale - fino a quelli più strettamente politici, come dimostrano i suoi numerosi interventi nelle fasi delicate della vita politica del nostro Paese: dalle elezioni, alla legge elettorale, al referendum sulla Costituzione, fino alla devolution.

Ha 'incassato' vittorie personali come l'astensionismo al referendum sulla procreazione assistita, il successo riscosso al 'Family Day', o la giornata di solidarietà al Papa per la mancata visita alla Sapienza, che ha visto in piazza San Pietro decine di migliaia di persone. Da molti considerato un conservatore per la fedeltà ai principi fondamentali della dottrina cristiana, il 'cardinal Sottile' -come viene chiamato simpaticamente in Cei per la sua abilità di ragionamento, paragonabile a quella del filosofo Duns Scoto - non ha mancato tuttavia di aprirsi a vedute quasi progressiste. A cominciare dallo spazio verso i laici, dal dialogo avviato con la società e gli intellettuali, ma soprattutto ha segnato un'apertura verso le donne: dieci anni fa fu il primo Cancelliere dell'Università del Laterano ad avere 'osato' affidare il ruolo di Decano della facoltà di filosofia ad Angela Ales Bello, filosofa della scuola di Husserl, rompendo così una tradizione secolare: quel posto era sempre stato riservato ai maschi.

Nato a Sassuolo il 19 febbraio del 1931, Ruini sembra aver raccolto l'eredità di Papa Montini, portando più di una volta il suo ministero a sovrapporsi - molti dicono ad "interferire" - con la vita politica del Paese. Unico figlio maschio, il padre -medico - voleva che seguisse le sue orme. Ma la vocazione di Ruini nasce presto: già a 12 anni decise che voleva consacrarsi al Signore. Laureato in teologia e filosofia all'Università Gregoriana - profondo ammiratore di Tocqueville - è stato ordinato sacerdote nel 1954; dal 1957 al 1986 ha insegnato teologia dogmatica. Dal 7 gennaio 1991 è vicario di Giovanni Paolo II per la Diocesi di Roma, al posto del cardinale Ugo Poletti. Nel marzo dello stesso anno diventa presidente della Cei, ruolo che viene riconfermato nel marzo del 1996 e nel 2001 per un altro quinquennio. Grande tifoso del Bologna fin da giovane, a chi gli chiede la formazione bolognese del 1940 la sa ancora a memoria. Appassionato anche di ciclismo, tra Bartali e Coppi tifava decisamente per il primo, ma anche per lo svizzero Koblet. Amante dei libri di filosofia e di teologia, legge anche opere di fisica e la pagina che preferisce è il supplemento scientifico del 'Corriere della Sera'.

Ruini gode di un grande prestigio sia in Italia che all'estero. Parla 5 lingue (tedesco e francese alla perfezione), uomo dig rande cultura riconosciuta da tutti (è Gran Cancelliere della Pontificia Università Lateranense), molto attivo e attento verso le diocesi cardinalizie del Terzo Mondo che aiuta destinando una gran parte dell'8 per mille. Nel 2005, in occasione dei referendum abrogativi della legge 40 sulla fecondazione medicalmente assistita e la ricerca scientifica sulle cellule staminali, il porporato si fece portavoce dell'istanza ufficiale della Cei invitando i cattolici a non presentarsi alle urne con lo scopo di non raggiungere il quorum del 50%, in difesa del 'diritto alla vita'. Da quel momento la Cei è entrata sempre più nel mirino dei politici che accusano i vescovi di ingerenza e di violazione del Concordato. "Non possiamo tacere su questioni che riguardano la vita", ha sempre risposto Ruini. "Abbiamo il diritto e il dovere di intervenire", ha detto più volte il numero uno dei vescovi. Il giorno dopo i risultati del referendum, che fallì per il mancato raggiungimento del quorum, il cardinale Ruini commentò: "Sono favorevolmente colpito dalla saggezza del popolo italiano".

Nel settembre 2005 venne aspramente contestato e criticato da un gruppo di studenti del collettivo Farfalle Rosse, a Siena, che lo fischiarono e lanciarono slogan con la scritta "Libero amore in libero Stato", "Siamo tutti omosessuali", "Vogliamo fare Pacs in avanti nei diritti", "Un Pacs in avanti". Ruini ha più volte difeso a spada tratta il valore della famiglia, e respinto qualsiasi riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali e delle coppie di fatto. Interventi che hanno subito una escalation in seguito alla discussione del ddl sui 'dico'.

Ulteriori polemiche ha suscitato, nel dicembre 2006, la decisione del Vicariato di Roma di negare le esequie religiose a Piergiorgio Welby, l'uomo ammalato di sclerosi multipla che aveva manifestato pubblicamente la richiesta che venisse sospeso ciò che egli considerava accanimento terapeutico nei suoi confronti.

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