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giovedì 5 giugno 2008

Aids. Nel mondo circa 3milioni di persone sieropositive ricevono oggi farmaci salvavita.

La fine del 2007 ha segnato un importante passo in avanti nella storia dell’epidemia di HIV/AIDS: circa tre milioni di persone, nei paesi a basso e medio reddito, ricevono farmaci antiretrovirali.
(Salute Europa) Secondo un nuovo rapporto lanciato ieri, 2 giugno, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dal Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS (UNAIDS) e dal Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) circa tre milioni di persone, nei paesi a basso e medio reddito, ricevono farmaci antiretrovirali.

Il rapporto Towards Universal Access: Scaling Up Priority HIV/AIDS Interventions in the Health Sector sottolinea ulteriori progressi. Tra questi la crescita nell’accesso ai servizi di prevenzione della trasmissione da madre a figlio dell’HIV, la maggiore diffusione dei test e dei servizi di consultorio e l’impegno dei paesi nella promozione della circoncisione maschile nelle regioni maggiormente colpite dell’Africa sub-sahariana.

“Questi elementi rappresentano una importante vittoria per la salute pubblica - ha dichiarato, Margaret Chan, Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità- Ciò prova che con impegno e determinazione tutti gli ostacoli possono essere superati. Le persone che vivono in contesti poveri di risorse possono tornare ad una vita economicamente e socialmente produttiva grazie all’assunzione di questi farmaci”.

Secondo gli autori del rapporto alla fine del 2007 circa un milione in più di persone (950.000) ricevevano la terapie antiretrovirali, portando complessivamente a tre milioni le persone che hanno accesso a tali farmaci.

Il traguardo di garantire l’accesso ai farmaci antiretrovirali a tre milioni di persone sieropositive nei paesi a basso e medio reddito era stato fissato per il 2005 dall’iniziativa “3by5”. Nonostante l’obiettivo sia stato raggiunto con due anni di ritardo, si è compiuto comunque un notevole passo in avanti nel campo dell’accesso ai farmaci antiretrovirali.

Secondo il rapporto la crescita nell’accesso ai farmaci antiretrovirali può essere attribuito a diversi fattori, tra i quali:

* una maggiore disponibilità dei farmaci, dovuta in larga parte ad una riduzione dei prezzi;
* un migliore sistema di distribuzione dei farmaci che si adatta meglio ai differenti contesti nazionali. L’approccio basato sulla salute pubblica dell’OMS consiglia regimi farmacologici standardizzati e semplificati, la decentralizzazione dei servizi ed un uso appropriato del personale e delle infrastrutture;
* una maggiore domanda di farmaci antiretrovirali poiché c’è una crescita delle persone che effettuano i test e a cui viene diagnosticato l’HIV.

Gli autori del rapporto sostengono che complessivamente il 31% dei 9,7 milioni di persone che hanno bisogno dei farmaci antiretrovirali li riceveva alla fine del 2007. Questo significa che circa 6.7 milioni di persone, che ne hanno bisogno, ancora non hanno accesso ai farmaci salvavita.

“Questo rapporto evidenzia i progressi che si possono ottenere nonostante le difficoltà in cui versano i paesi e rappresenta un importante passo in avanti verso l’accesso universale alla prevenzione, trattamenti, cure e sostegno per l’HIV - ha dichiarato Peter Piot, Direttore Esecutivo di UNAIDS. - Sulla base di questi risultati, i paesi e la comunità internazionale devono lavorare insieme per rafforzare l’impegno per garantire l’accesso alla prevenzione e ai trattamenti”.

Alla fine del 2007 circa 500.000 donne avevano accesso ai farmaci antiretrovirali per prevenire la trasmissione del virus ai propri figli, nel 2006 erano 350.000. Nello stesso periodo 200.000 bambini ricevevano i farmaci antiretrovirali rispetto ai 127.000 della fine del 2006. La difficoltà di diagnosticare l’HIV nei neonati rimane l’ostacolo maggiore per i progressi.

“Si stanno ottenendo risultati incoraggianti nella prevenzione della trasmissione da madre a figlio del virus - ha dichiarato Ann Veneman, Direttore Generale dell’UNICEF - Il rapporto deve motivare tutti noi a raddoppiare i nostri interventi a favore dei bambini e delle famiglie affette da HIV”.

Altri ostacoli nella diffusione dei trattamenti includono bassi tassi di mantenimento dei pazienti nei programmi farmacologici e un considerevole numero di persone che non è consapevole della propria sieropositività, o alle quali il contagio viene diagnosticato troppo tardi per cui muoiono durante i primi sei mesi di cure.

La tubercolosi è la prima causa di morte per le persone affette da HIV nel mondo ed è in assoluto la prima causa di morte in Africa. Attualmente le cure per l’HIV e per la tubercolosi non sono sufficientemente integrate e troppe persone perdono la vita perché non sono in grado di prevenire la tubercolosi o non hanno accesso ai farmaci salvavita.

Gli autori del rapporto avvertono che la crescita nell’accesso ai farmaci antiretrovirali potrà essere rallentata a causa dei deboli sistemi sanitari nei paesi maggiormente colpiti, in particolare dalla difficoltà di formare e trattenere gli operatori sanitari. I sistemi sanitari delle regioni più colpite continuano ad essere danneggiati dalla cosiddetta “fuga dei cervelli” – la migrazione degli operatori sanitari qualificati verso altre occupazioni in altri paesi – e dall’alto tasso di mortalità dovuto all’HIV stesso.

Gli autori inoltre sottolineano la necessità di migliorare la raccolta, analisi e pubblicazione dei dati relativi alla salute pubblica. I paesi, i partner internazionali e altre fonti hanno fornito i dati presentati in questo rapporto. Nonostante alcuni limiti, queste stime sui differenti elementi della risposta dei sistemi sanitari all’HIV/AIDS sono le più aggiornate.

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