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giovedì 5 giugno 2008

Pussy Power. Lesbo-rap nel nome del Signore.

Afroamericane, e per di più omosessuali, le Yo!majesty sfidano i pregiudizi in topless, incitando le donne alla masturbazione. Come i Blues Brothers, hanno una missione da compiere.
Cantano il "pussy power", incitano le donne alla masturbazione, si esibiscono in topless al ritmo di un irresistibile elettrorap. Il gruppo lesbico Yo!Majesty - formato dalle ragazzone Shunda K., Jwl B. e, recentemente, Shon B. - è il fenomeno rap del momento: adorate da Kate Moss, idolatrate dalla rocker inglese Beth Ditto (che le ha volute in apertura dei suoi concerti) e celebrate dal The New York Times, finalmente hanno inciso il loro primo cd, un mix irresistibile di elettronica e ritmi rap.

"Non abbiamo mai meditato sull'idea di parlare di omosessualità", racconta Shunda K. "Semplicemente, cantiamo quello che siamo, parliamo della nostra vita. Soprattutto per Jwl, esibirsi in topless è un'espressione di libertà. Lo fanno i nostri colleghi maschi, perché noi no? Molti artisti si creano una doppia identità. Noi invece siamo per la verità assoluta. Che è anche il messaggio del Signore".

Già, perché le giovani cantanti americane - oltre a incitare alla liberazione sessuale, a vari strofinamenti saffici e al potere del clitoride - nelle loro canzoni celebrano anche Dio e terminano ogni concerto chiedendo al pubblico: "Conoscete il Signore?". Per inciso, Shunda K. qualche anno fa si è sposata con un pastore, rinnegando per qualche mese la sua omosessualità, per poi tornare sui suoi passi, più agguerrita di prima sul fronte lesbo.

Ma come si concilia il messaggio divino con la pratica gay? "La verità è che l'85% delle persone ha tendenze omosessuali", ribatte Shunda K. "E nella Chiesa la percentuale è ancora più alta. Sta a loro decidere se andare avanti facendo finta di niente o affrontare la cosa. Io so che la mia missione consiste nel conquistare anime per la gloria di Dio. Perché dovunque noi andiamo siamo giudicate, sempre e comunque. Poi però, quando apriamo la bocca sul palco, quei motherfucker capiscono di che pasta siamo fatte". Yo, girls!
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