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sabato 17 maggio 2008

In Irlanda il cardinale Brady ribadisce il no alle unioni civili di omosessuali e conviventi.

(Radio vaticana) Il cardinale Primate d'Irlanda Sean Brady ha avvertito che qualsiasi piano per concedere a omosessuali e a coppie che coabitano gli stessi vantaggi di chi si sposa, rappresenta un attacco all'istituzione del matrimonio. Nella Repubblica irlandese coppie omosessuali o che coabitano non hanno diritti, ma il governo ha promesso di introdurre una legislazione che riconosca loro alcuni diritti entro quest'anno. Secondo il cardinale - riferisce l'Agenzia Sir - lo Stato dovrebbe legiferare a favore del matrimonio. "Concedere gli stessi diritti o diritti molto simili ad altri tipi di rapporti, vuol dire indebolire questo blocco di costruzione essenziale della nostra società, erodere ulteriormente i valori che tengono la società insieme e contraddire in modo diretto la volontà rivelata di Dio", ha scritto il cardinale Brady in quello che viene ritenuto il messaggio più accorato a sostegno della famiglia rilasciato fino ad oggi dalla gerarchia irlandese. "La famiglia - continua il cardinale - ha diritti naturali e inviolabili. I governi hanno il dovere di legiferare a favore di famiglie forti costruite su un matrimonio tra un uomo e una donna. Niente può sostituire il matrimonio e la famiglia come unità fondamentale della società". La nuova legge sulle unioni civili, il cosiddetto "Domestic Partnerships Bill" garantisce alle coppie omosessuali gli stessi diritti di quelle eterosessuali in caso di morte di uno dei due partner e ha generato divisioni e dibattiti nel parlamento irlandese. La legge viene contrastata da alcuni membri del partito Fianna Fail, il partito di maggioranza, al governo in questo momento nel Paese. In Irlanda, secondo un censimento del 2006, l'11,6% di tutte le famiglie coabitano anziché essere sposate.

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