(Il Secolo XIX) C’è anche un genovese tra i 45 indagati a piede libero dal sostituto procuratore di Torino, Stefano De Montis. L’uomo, denunciato, ha 39 anni e vive in casa dei genitori nel quartiere di Castelletto. Durante le ore lavorative era un insospettabile infermiere, nel tempo libero, invece, si sbizzarriva sul web reperendo in vari modi immagini e filmati a carattere pedopornografico. L’infermiere non si è limitato a salvare le immagini sui supporti tecnologici in suo possesso (vale a dire l’hard disk del computer, e le varie chiavette usb), ma è arrivato perfino a catalogare con estrema cura su un album cartaceo fotografie di giovani e giovanissimi in pose audaci: in pratica selezionava e poi stampava su carta fotografica tutte le immagini che riteneva potessero soddisfare al meglio le proprie perversioni. La scoperta l’hanno fatta gli agenti della polizia postale che nei giorni scorsi hanno perquisito la sua camera da letto: l’uomo - che scambiava da tempo file illegali con utenti italiani e stranieri - era riuscito a nascondere la propria attività persino ai genitori con cui divide l’appartamento. Un archivio digitale quasi sterminato, il suo: la sorpresa per chi indaga sono stati invece gli album fotografici, catalogati con cura maniacale: le immagini al suo interno erano stampate in modo talvolta artigianale, ma più spesso su carta professionale. In mezzo alle pagine di alcuni album, l’infermiere aveva trovato posto anche per un altro tipo di immagini “forti” in cui si vedono adulti fare sesso con diverse specie di animali.
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