(The Queerway) Qualche giorno fa c'è stato un nuovo attacco alla comunità omosessuale romana che si è concretizzato, questa volta, con l'incursione al Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mleli di una squadra inneggiante al Duce che ha danneggiato la sede della storica associazione romana.
Immediate sono state le dichiarazioni di solidarietà al circolo e di condanna degli atti brutali, come immediata è stata la reazione delle persone omosessuali allarmate dal raid che è coinciso con la rielezione delle destre a livello nazionale e con la "conquista" del ballottaggio di Alemanno a Roma.
Tra le altre dichiarazioni di solidarietà e di condanna sono arrivate le attese prese di posizione proprio del candidato sindaco dell'ex Alleanza Nazionale (quello che si è sentito aggredito quando la Bignardi gli chiese di mostrare la croce celtica che porta al collo!) che aveva dichiarato, a poche ora dall'accaduto: "Si tratta di un gesto intollerabile. Condanno ogni forma di teppismo." A molti non è piaciuta la dichiarazione che minimizzava l'accaduto "declassandolo" a teppismo ma accontentandosi ci si poteva anche stare salvo il fatto, però, che lo stesso Alemanno ha poi voluto insistere sul punto minimizzando non solo l'accaduto ma lo stesso allarme lanciato da molti.
Sul sito allestito per la sua candidatura al Campidoglio, infatti, si legge una successiva dichiarazione di Alemanno che, incalzato dai giornalisti alla celebrazione della vittoria della DC alle elezioni del '48 (sic!), ha chiaramente negato qualsiasi rischio di un propagarsi di atteggiamenti di intolleranza verso gli omosessuali e le minoranze: "Solo chi è in malafede può continuare ad evocare questi fantasmi. Il nostro messaggio è nei fatti, noi abbiamo governato a livello nazionale e locale e abbiamo dimostrato la nostra tolleranza e il pieno rispetto delle minoranze. Non vi è alcun rischio da questo punto di vista".
Ora, se Alemanno avesse anche memoria oltre che bisogno di voti saprebbe di essersi dato la zappa sui piedi da solo visto che durante il governo cui ha partecipato si sono sprecate le dichiarazioni di intolleranza nei confronti delle minoranze e che, dove la coalizione di destra governa a livello locale si sono svolte non poche manifestazioni contro le continue dimostrazioni di intolleranza lanciate dai vari sindaci e governatori. Inutile farne il lungo elenco.
Alemanno, quindi, gioca sul rischioso filo della mistificazione e della minimizzazione per prendere le distanze da atti violenti ma senza allontanare gli autori di quegli atti dal suo bacino di utenti (in senso elettorale ovviamente!).
Decisamente un brutto segnale quindi.
In questo contesto si innesca un'altra strana situazione tutta romana e tutta interna al "movimento GLBT": ad essere attaccato è stato lo storico circolo che opera a Roma da venticinque anni e per dimostrare solidarietà e condannare l'evento si adopera l'associazione "sorella" Arcigay Roma che indice un sit-in per sabato sera.
Parenti serpenti ci sarebbe da dire!
Tra le due associazioni, infatti, non corre buon sangue e su questi rapporti già fragili si innesca il presenzialismo del presidente di Arcigay Roma che, tacciato da tutti di essere un eterno presenzialista, organizza il sit-in dimenticando di avvertire lo stesso Mario Mleli in favore del quale era stato organizzato l'evento.
A quanto pare Marrazzo ha preso la decisione di una manifestazione dando notizia alla stampa e solo successivamente ha avvertito gli interessati che il sit-in ci sarebbe stato. Nulla di concordato, quindi.
Un'anomalia decisamente surreale viste le dinamiche e lo "spunto" dal quale è partita l'iniziativa.
Intanto, per aumentare il numero delle anomalie, il Mario Mieli ha deciso di snobbare, giustamente, l'evento organizzato da Arcigay Roma e di dare a suo modo un segno per l'aggressione subita:
"Dopo il raid nella sede del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di giovedì 17 aprile, per fortuna senza danni fisici ma di palese intimidazione, sentiamo la necessità di un gesto simbolico di reazione.Sphere: Related Content
Abbiamo ricevuto in queste 24 ore una quantità straordinaria di segnali di solidarietà e di offerte di appoggio per qualunque iniziativa volessimo realizzare, anche dalle persone del quartiere. Avremmo potuto pensare al solito appuntamento di piazza, ma i luoghi non sono mai casuali: se viene violata una casa, quella casa è il simbolo da difendere con fermezza.
Abbiamo allora deciso di invitare al Mieli, mercoledì 23 aprile dalle ore 17, chiunque voglia parlare, incontrarsi, discutere o semplicemente salutarsi.
Il Circolo Mario Mieli è sempre stato da 25 anni una casa aperta a tutti, radicata nella città, in cui quotidianamente ci si incontra, si parla, si vive oltre a lavorare per produrre fatti come elaborazione politica, Pride, Muccassassina, Aut, consulenze, iniziative culturali, servizi sociali.
Per noi nulla cambia. In questa continuità testarda e responsabile vediamo la migliore risposta ad ogni tipo di violenza e in particolare a quella omofobica e pensiamo sia ampiamente condivisibile.
Per questo chiunque voglia venirci a trovare, in un normale giorno di lavoro e di vita, ci aiuterà a sottolineare che nulla cambia. Un giorno come gli altri diventa un mercoledì da leoni".
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