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martedì 4 marzo 2008

Coppie di fatto: I gay cattolici scrivono a Veltroni.

Una lettera a Veltroni sulle coppie di fatto.Gentile Walter Veltroni, non so se leggerà mai questa mia lettera. La scrivo e la lancio in rete come un messaggio in bottiglia: forse arriverà a destinazione, forse no. I tanti che la leggeranno vedranno se è il caso di adoperarsi o meno perché lei finalmente la legga. In ogni caso avranno modo di interrogarsi su quello che un omosessuale cattolico come me, sente in questo momento in cui il dibattito fra laici e cattolici è diventato materia di tanti commenti.

Leggendo i Dodici punti per l'Italia che lei ha presentato oggi, vedo che non c'è nessun accenno al problema del riconoscimento delle coppie di fatto: un tema molto sentito dalle persone omosessuali come me. D'altra parte, dopo la deludente esperienza della scorsa legislatura, in cui un testo prudente fino all'esasperazione è stato bloccato dalle riserve di alcuni esponenti della maggioranza che sosteneva il governo che l'aveva proposto, credo anch'io che non sia il caso di fare promesse che non si riescono poi a mantenere. Forse, con un po' di coraggio, sarebbe bastato far sottoscrivere ai candidati del Partito democratico una dichiarazione di adesione a un disegno di legge simile a quello presentato dal governo Prodi nel 2006. Forse, con una scelta ancor più coraggiosa, si potevano non candidare i parlamentari che in passato avevano dimostrato un'avversione quasi maniacale nei confronti di qualunque diritto delle persone omosessuali. Quest'ultima sarebbe però stata una scelta pericolosa in termini di consenso elettorale e non me la sento di biasimarla più di tanto se non l'ha ritenuta opportuna.
Accetto quindi il suo silenzio e, se fosse indice di una onestà politica a cui decine di promesse elettorali mai mantenute ci avevano disabituato, posso dirle che, addirittura, potrei apprezzarla: quando, all'ultimo congresso di Arcigay, il ministro Bonino ha detto: «È inutile prenderci in giro. Lo dico con rammarico, ma una buona legge sulle unioni di fatto, con i numeri che in questo momento ci sono al Senato, non è possibile farla» gli applausi ci sono stati e sono stati convinti. Capisce allora perché mi hanno particolarmente ferito le parole di Enrico Morando, che, rispondendo alle critiche di Arcigay, ha fatto notare che il programma del Partito Democratico prevede tra le sue pieghe, una legge contro l'omofobia. Le chiedo se però, quando sarà il momento di votarla tutte gli eletti del suo partito, saranno in grado di leggere il programma nel senso in cui il senatore Morando l'ha interpretato oggi. L'esperienza del passato ci ha scottato troppo per credere che, al momento giusto, non verranno fuori decine di discorsi in cui si parlerà "di noi", senza prendere in considerazione l'idea, semplice e radicalmente nuova, di parlare finalmente "con noi".
Il silenzio sulle coppie omosessuali (così strano in un partito che dovrebbe guardare all'Europa) e le promesse poco convincenti sulla lotta all'omofobia rischiano di aumentare il profondo senso di disaffezione nei confronti della politica che sta emergendo in molte persone omosessuali. Per questo ho deciso di scriverle questa lettera in cui mi permetto di suggerirle due gesti che potrebbero essere letti come dei concreti segnali di cambiamento.
Il primo è collegato alla scelta, che lei ha annunciato, di farsi invitare, durante la prossima campagna elettorale, da un certo numero di famiglie. Tra tutte queste famiglie ne inserisca un paio composte da partner dello stesso sesso. Se non ne conosce glie ne posso segnalare alcune io in varie parti d'Italia. Non le dimentichi però: anche se non si notano molto, sono più numerose di quel che si pensa e, durante le ultime elezioni politiche, sono state decisive.
Il secondo riguarda le proposte di legge che riguardano le persone omosessuali. Sostituisca alle promesse del passato, un invito esplicito al Popolo della Libertà (e alle altre coalizioni che si presenteranno davanti agli elettori il prossimo 13 Aprile) per definire, durante la prossima legislatura, un pacchetto di leggi che recepiscano le indicazioni del Parlamento Europeo in materia di diritti delle persone omosessuali. Come garanzia della reale apertura di queste leggi alle istanze concrete delle persone omosessuali indichi fin da ora, in un esponente di spicco del movimento omosessuale italiano, il referente a cui il suo partito darà l'incarico di portare avanti la trattativa per definirne i contenuti.
Come vede non le chiedo di riscrivere il programma del suo partito. Le chiedo di sostituire alle parole scritte (e a quelle non scritte) due gesti concreti che possono infondere un po' di fiducia nella politica a tante persone omosessuali che, come me, corrono il rischio di perderla definitivamente.
Spero che gli anni non abbiano offuscato il coraggio che dimostrò nel Duemila, quando decise di partecipare al World Pride di Roma, superando con un solo gesto i danni che erano stati fatti da centinaia di parole. La saluto cordialmente.


*) Gruppo del Guado - Cristiani Omosessuali - Via Soperga 36 - Milano - Telefono: (+39) 347 73 45 323 - gruppodelguado@gmail.com - http://www.gaycristiani.it/

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