Gran Bretagna. Il primo parlamentare a beneficiare della legge sulle unioni civili fu un laburista nel 2005. Ora Duncan rompe un altro tabù.
(Il Corriere della Sera) La notizia è stata pubblicata nella rubrica «Court & Social» del Daily Telegraph, quella dove si leggono le informazioni su impegni e spostamenti dei membri della Famiglia Reale e gli annunci di fidanzamento e matrimoni. «Civil Partnership: Mr J.D.P. Dunseath e Mr A.J.C. Duncan comunicano l'impegno a unirsi civilmente ». Il signor Alan Duncan è deputato al Parlamento per il partito Tory, membro del governo ombra di David Cameron e il primo esponente conservatore di spicco a utilizzare la legge sulle unioni omosessuali varata dal New Labour di Tony Blair.
Milionario (una fortuna costruita sul petrolio), cinquantenne, Duncan è considerato un progressista, uno dei volti nuovi del partito spinto verso il centro da Cameron nel tentativo di riconquistare Downing Street. Era stato anche il primo onorevole Tory a fare «outing» nel 2002. Un passo coraggioso, perché solo un paio d'anni prima la rivelazione di una relazione omosessuale giovanile aveva bruciato Michael Portillo, ex ministro della Difesa di John Major, l'ultimo premier conservatore prima del trionfo blairista.
Tra i giornali più duri con Portillo, allora, c'era stato proprio il Telegraph, che ieri invece ha raccolto oltre all'annuncio anche le dichiarazioni di Mr Duncan: «Ho fatto la proposta a James il giorno di San Valentino, mentre eravamo in vacanza nell'Oman e lui ci ha scherzato su, mi ha detto che se non avessi parlato io lo avrebbe fatto lui il 29 febbraio» (secondo una vecchia tradizione maschilista il giorno dell'anno bisestile è l'unico in cui a una donna era consentito proporre il matrimonio, ndr).
James Dunseath, 39 anni, lavora nelle pubbliche relazioni per una società della City ed è felicissimo: «Ci siamo conosciuti un anno fa e gli amici hanno detto che si capiva subito che saremmo diventati inseparabili. Lui è un politico conservatore, ma è un tipo molto divertente». Entusiasta anche il leader conservatore David Cameron. «Sono molto contento per Alan e James, auguro tanta felicità e naturalmente spero di partecipare alla cerimonia».
L'onorevole Duncan fu incaricato di coordinare la linea del partito quando nel 2003 il governo laburista propose in Parlamento la legge sulla «civil partnership» e ora commenta: «Non avrei immaginato che un giorno avrei beneficiato di quella legge. Sia chiaro che quello tra me e James non è un matrimonio, ma un'unione civile, non potreste mai trovare due persone più convenzionali di noi due».
Quando aveva rivelato la sua omosessualità, nel 2002, Duncan aveva spiegato: «Finora la politica Tory era stata sempre "al partito non interessa, ma non andare a dirlo in giro". Ma per una persona pubblica questo non va più bene, non si può portare una maschera, bisogna essere assolutamente onesti e aperti, per quanto questo possa essere scomodo all'inizio ». Il primo deputato a unirsi civilmente a un compagno dello stesso sesso, dopo l'entrata in vigore della legge nel dicembre del 2005, è stato il sottosegretario all'Ambiente (oggi alla Sanità) Ben Bradshaw, laburista, nel luglio del 2006. Lo stesso giorno nelle strade di Londra per la prima volta la Royal Navy permise a quaranta marinai della flotta di marciare in divisa nell'EuroPride di Londra, la parata dell'orgoglio gay (fino al 2000 l'omosessualità era proibita nelle forze armate britanniche ed era causa di espulsione). Il Secondo Lord del Mare spiegò: «Non si può imporre ai militari di nascondere i propri orientamenti sessuali, la propria vera identità, perché altrimenti non faranno mai parte pienamente della squadra e nel momento del pericolo tutta la nave pagherà le conseguenze». Il tabù però, non è ancora sepolto. L'Office for National Statistics ha appena condotto la prima indagine sulla sessualità dei cittadini e solo un britannico su cento si è definito gay, molti di più hanno risposto: «normal» (normale), «not active » (non attivo) e «I am OK with my sexuality» (vivo bene la mia sessualità). L'Ufficio ha osservato che «il risultato non è affidabile».
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