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mercoledì 13 febbraio 2008

A Zurigo le "dark room" sono illegali e in Italia la notizia passa in totale silenzio.

Lo ha stabilito il Tribunale distrettuale: respinto il ricorso del gerente di un bar con annessa "camera buia" per le pratiche omosessuali.

(Ats)
Le cosiddette "dark room" sono da considerarsi illegali se si trovano all'interno di bar o ristoranti. Lo ha stabilito il Tribunale distrettuale di Zurigo, che ha respinto il ricorso del gerente di un bar con annessa "camera buia" per le pratiche omosessuali, al quale nel novembre del 2006 è stata inflitta una multa di 300 franchi.

Per il Tribunale distrettuale, le stanze buie in cui gli avventori di un locale possono lasciarsi andare a pratiche omosessuali violano la legge cantonale sui locali pubblici. La sentenza dichiara in pratica nullo l'accordo trovato un anno fa dalla città con i gerenti delle "dark room". Il gerente multato - il cui locale nel frattempo è stato chiuso - ha annunciato un nuovo ricorso davanti al Tribunale cantonale.

La comunità gay zurighese è costernata. "Tutti i nostri sforzi e quelli della città per trovare una soluzione sono stati resi vani", ha dichiarato un responsabile dell'organizzazione Pink Cross.

L'accordo con la città prevede che le "dark room" devono essere separate in modo chiaro, sia dal punto di vista visivo che da quello acustico, dagli altri spazi di un locale pubblico. Gli avventori devono avere compiuto i 18 anni e la prostituzione è tassativamente vietata. I gerenti devono inoltre firmare un documento sulle misure di prevenzione steso dall'Associazione dei locali gay della Svizzera (VEGAS) in collaborazione con l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Interpellato in proposito, il portavoce del dicastero cittadino di polizia, Reto Casanova, ha sottolineato che la sentenza non è ancora passata in giudicato. La città intende riesaminare l'accordo con i gestori delle "dark room" quando ci sarà una decisione definitiva.

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