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mercoledì 13 febbraio 2008

Dossier. Turismo sessuale per 80.000 italiani l'anno e i pedofili sono una minoranza.

(Agi) Sono sempre piu' numerosi gli italiani che praticano il turismo sessuale, spesso con risvolti pedofili: se prima in alcuni Paesi eravamo fra le prime 4-5 nazionalita', oggi siamo i piu' presenti in luoghi come il Kenya (il 24% dei clienti di prostituiti e prostituite minorenni e' italiano, contro il 38 %di clientela 'locale'), la Repubblica Dominicana, la Colombia. E' quanto rivela Marco Scarpati, presidente di ECPAT-Italia, secondo cui sono oltre 80.000 i viaggiatori che ogni anno lasciano la Penisola per andare a caccia di sesso proibito, con adolescenti o bambini piccolissimi; non solo pedofili (che rappresenterebbero il 3% del totale), ma anche - e soprattutto - uomini e donne normali. Secondo l'Ecpat, (organizzazione che dal 1994 combatte lo sfruttamento sessuale dei bambini a fini commerciali) l'eta' del turista sessuale si e' abbassata e "non corrisponde piu' al vecchio cliche' del pedofilo classico". L'eta' media del nuovo cliente e' intorno ai 27 anni, i low cost gli permettono di spostarsi di piu', il Web gli consente di gestire tutto da solo, prenotando bambini e servizi (dal tassista che lo andra' a prendere in aeroporto al nome delle persone da contattare nel caso in cui la polizia si intrometta) in piccole pensioni che chiudono un occhio in cambio di pochi dollari'. "Come affermiamo da anni non ci sono distinzioni di eta', di categorie sociali e di orientamento sessuale tra chi usa i bambini come oggetti per il mercato del sesso - afferma Scarpati, commentando l'operazione di contrasto alla pedopornografia e turismo sessuale coordinata dalla procura di Siracusa e denominata 'THAI', che ha portato ieri a 4 arresti - Non ci stupisce per nulla sapere che la gran parte di questi reati siano commessi da persone insospettabili". In Tahilandia, dove ECPAT ha la sede centrale, ci sono circa 300 mila bambini vittime di sfruttamento sessuale. I piccoli coinvolti in questo mercato del sesso provengono, oltre che dalla Thailandia, dalla Birmania, dalla Cambogia, dal Vietnam, dal Laos e dal sud della Cina. "Proprio qualche giorno fa una rappresentante di uno dei gruppi ECPAT e' rientrata da Pattahya, 'supermercato' thailandese del sesso, dove e' sempre possibile trovare minori in vendita - riferisce Scarpati - Oltre a raccontarmi l'orrore visto, ha confermato che a gestire il mercato del sesso con minori e' spesso la mafia russa e che una parte sempre piu' consistente delle bambine che vengono portate in Thailandia sono trafficate dalla Birmania". Le nuove forme di schiavitu' saranno tra gli argomenti di discussione nel prossimo III Congresso Mondiale contro lo sfruttamento sessuale dei minori, che si terra' a Rio de Janeiro tra il 25 e il 28 novembre 2008, organizzato da ECPAT, Unicef e il gruppo delle ong per la Convenzione dei Diritti dell'Infanzia.

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