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lunedì 8 ottobre 2007

Rosy Bindi: Gaypride a Treviso? inutili provocazioni reciproce.

La manifestazione si terrà dopo l'invito del pro-sindaco Gentilini a fare pulizia etnica di omosessuali. L'esponente del Pd: Veltroni e Letta sbagliano se non vengono qui. «Il burqa? Va tollerato Il vero rischio è Gentilini». La Bindi a Treviso: «Qualsiasi alleato per batterlo»

(Gianni Favero -Il Corriere del Veneto) «Allo stesso modo con il quale vogliamo vedere i crocifissi appesi nelle nostre aule siamo tenuti ad essere rispettosi del velo con cui le donne islamiche si coprono il volto. Se viene liberamente portato è un segno della propria civiltà». Anche l'ultima schermaglia tra Giancarlo Gentilini e il prefetto di Treviso sulla legittimità, per le donne musulmane, a portare il burqa in luoghi pubblici è un buon elemento per Rosi Bindi per ricordare che tra il Pd e questa Lega nessuna contiguità è possibile.

Il ministro per la famiglia ha parlato ieri, a Monigo, prima di iniziare un incontro elettorale, rivolgendosi probabilmente anche a chi eventualmente avesse ancora le idee non del tutto chiare sulle rispettive posizioni, a Treviso come altrove, di centrosinistra e Carroccio. Posizioni inconciliabili in un territorio che Bindi dice di considerare «solo provvisoriamente consegnato alla Lega ed al Centrodestra». «Io non penso che le battute di Gentilini siano battute di colore. Io sono abituata a prenderle sul serio le parole e queste parole nei confronti degli immigrati e delle parti più deboli del paese non mi piacciono».

Lo Sceriffo, nella lettura dell'unico candidato alla segreteria del Pd fino ad ora giunto nella Marca, è del resto un concentrato di elementi da combattere. Al punto di interpretare in modo più che positivo - e molto cavallerescamente - le espressioni usate in tv la scorsa settimana dal suo concorrente Walter Veltroni sul modello di integrazione romano, a suo dire di gran lunga preferibile a quello che c'è nella Marca.

«Io credo che lui non si riferisse ai trevigiani ma al modo con cui qualcuno vuole governare i trevigiani e che la pensi come me, che cioè esiste un modello di integrazione vera di cui i veneti sono capaci ». Il Gay Pride annunciato a Treviso? «Beh, chi la fa l'aspetti. Mi pare evidente se Gentilini fa di questi attacchi in maniera così sconsiderata. Certo che in quanto a provocazioni reciproche stiamo messi bene...». Togliendo dalla conversazione l'ingombro del vicesindaco, non è che comunque Bindi faccia grandi concessioni al resto del centrodestra. Se la scorsa estate Pierluigi Damian e Giovanni Tonella, leader provinciali di Margherita e Ds, presentarono il Pd come uno strumento che perde di vista le vecchie categorie di destra e sinistra e che, nella competizione del 2008 per Ca' Sugana, è disponibile a qualsiasi alleanza pur di far sloggiare Gian Paolo Gobbo, il ministro rimette i puntini sulle «i».

«Su questo sono più ortodossa, la nostra identità culturale e politica ci colloca decisamente nel centrosinistra. Per questo possiamo riuscire a parlare anche all'elettorato moderato di questo paese e dare assicurazione e certezza che tutta l'alleanza del centrosinistra è un'alleanza nella quale il timone è di impostazione fortemente riformista, che è quello che mi pare voglia il Nord. Certo, una volta fatto il Pd dovremo aprire una riflessione seria e guardarci negli occhi con chiarezza con i partiti della sinistra cosiddetta radicale perché se vogliono governare davvero e governare con noi devono decidersi a deporre alcuni comportamenti».

Una sveglia, infine, alla città. «A me piacerebbe offrire ai trevigiani un'alternativa forte a Gentilini. Sono convinta che se ci fosse voterebbero centrosinistra, ed è questa alternativa che dobbiamo costruire».


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