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lunedì 8 ottobre 2007

Il lato rosa delle forze armate, in un film le Soldato Jane all’italiana.

(Panorama) Vita da caserma. Da donne in caserma. Condivisa, osservata e filmata da una donna regista. Il risultato è Io giuro - Appunti di donne soldato, documentario in due puntate da 50 minuti ciascuna girato da Maria Martinelli e che verrà trasmesso da RaiTre il 9 e 10 ottobre alle 23.40.

Il lavoro, prodotto da Giusi Santoro e Kamerafilm, continua il filone preferito dalla regista 49enne dei reportage senza filtri se non quello della videocamera. All’attivo Maria Martinelli ha documentari come I bambini non lo sanno, sul bullismo giovanile, Gladiatori, sul cinema hard italiano, e Carne da macello, sull’America dei fast food. Questa volta si è chiesta perché una donna sceglie di arruolarsi nell’esercito.

Per capire il lato rosa delle forze armate, o il lato combattivo dell’universo femminile, la scorsa Maria Martinelli ha vissuto, mangiato, marciato con le cinque ragazze, tra i 18 e i 25 anni, di una delle squadre del plotone della caserma di Ascoli Piceno. Dall’alba al tramonto ogni giorno, per tutte le dieci settimane del corso di addestramento. “Il mio intento”, spiega la regista, “è di raccontare come e cosa sia possibile aggiungere, partendo dall’essere donna, al ruolo di soldato e descrivere l’universo dell’esercito visto con gli occhi delle ragazze che decidono volontariamente di intraprendere questa strada, storicamente e tipicamente maschile”. Il documentario restituisce lo stupore di chi osserva con sguardo esterno il momento in cui queste donne attraversano il confine che la scelta comporta. “L’impatto con una nuova realtà, nuove regole, una vita mai vissuta. L’allenamento intenso, l’uso delle armi, l’obbedienza e il silenzio come atteggiamento psicologico sono scogli che producono una frattura: c’è chi abbandona e chi decide di continuare la propria vita nell’esercito”.

Ha deciso così Francesca Procacci, 23enne di Gubbio, capo plotone ad Ascoli e tra le protagoniste del documentario. “Sogno di portare una divisa da quando ero bambina”, dice, “per difendere e aiutare chi è più debole. Il corso di addestramento è stato un’esperienza unica, l’occasione giusta per completare la mia formazione. Certo, è stata dura. Sono passata da un giorno all’altro da ragazza come tante a militare e mi sono confrontata con una vita che non può essere nemmeno lontanamente paragonata a quella che facevo prima. Questo mi ha messo di fronte ai miei limiti, ma ha tirato fuori anche le mie capacità. E gli autori di Io giuro hanno colto tutto, niente è stato falsato. È stato un po’ come partecipare al Grande Fratello“.

Francesca ci scherza su, ma non ha dubbi sulle possibilità delle donne che intraprendono la carriera di soldato: “Proprio perché è un lavoro considerato adatto agli uomini noi tiriamo fuori la nostra caparbietà e la voglia di riuscire. Quelle come me ci credono davvero”. La sorpresa riservata da queste ragazze a chi le ha seguite passo a passo? “Le motivazioni”, risponde Maria Martinelli. “Non immaginavo di trovare donne così sicure della scelta fatta. Sono sempre stata convinta che arruolarsi sia una grande opportunità di lavoro, ma confrontandomi con loro ho scoperto che questo aspetto è secondario. Si sono arruolate per svolgere un lavoro di grande valore da un punto di vista umano e sociale”. Alla fine del filmato però le Soldato Jane di casa nostra tornano a essere donne come tutte le altre, a fare i conti con la difficoltà di essere, un giorno, anche mamme soldato.
Il Trailer:





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