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lunedì 8 ottobre 2007

Il maschio insospettabile, questo sconosciuto.

(Queerblog) Esiste un fenomeno di isteria di massa noto a tutti i frequentatori di chat, siti di annunci e simili. Si tratta della ricerca di una figura mitologica, sospesa tra realtà e fantasia: il tipo maschile insospettabile.

Che sia un archetipo derivato dai miti adolescenziali, dalla cultura machista o dall’immaginario collettivo, non ci è dato di sapere. Forse è un prodotto fittizio che unisce diversi modelli: c’è un po’ del padre del tuo migliore amico, un po’ del salumiere di fiducia, un po’ del professore di italiano e un po’ di Raoul Bova o Francesco Coco.

Sul web molti si definiscono - e quasi tutti cercano - tipi maschili insospettabili. Avendo difficoltà a trovarli nella realtà, speriamo (o ci illudiamo) di trovarli in rete, perché, si sa, il maschio insospettabile ama la discrezione e non frequenta locali. Poi, nell’incontro faccia a faccia, il più delle volte ci accorgiamo che il tipo di insospettabile ha solo un’obiettiva percezione di sé.

Ma, al di là di tutto, perché i gay inseguono sempre l’etero curioso, il maschietto non effeminato, il finocchio per il quale “non l’avresti mai detto”? Perché la “sospettabilità” è vista come un difetto? È solo l’apprezzamento di ciò che è raro, o c’è qualcosa di più?




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