I due si conoscevano da tempo, abitano poco distanti. L’adolescente, dopo il fatto, si è confidato con i genitori. Indaga la squadra Mobile.
Potrebbero esserci altri casi non denunciati Adesca un ragazzino e tenta di violentarlo. Un liberiano di 30 anni, Basco Bento, è accusato di violenza sessuale. E’ stato arrestato dalla Squadra Mobile. L’adolescente si era confidato con i genitori che si sono rivolti alla polizia. Il racconto è risultato attendibile ed è scattata l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Elena Rossi.
Secondo la ricostruzione compiuta dagli inquirenti, si tratta di un solo episodio accaduto alla fine di febbraio. E’ stato lo stesso ragazzino a riferirlo prima ai genitori, poi davanti ad una psicologa delegata dal magistrato. Entrambi i racconti coinciderebbero e costituirebbero l’accusa nei confronti del liberiano. Da parte sua, l’uomo continua a proclamarsi innocente, ma emergerebbero tentativi di adescamento da parte del trentenne nei confronti di altri ragazzini del quartiere. A questi è difficile risalire visto che nel suo appartamento perquisito ieri, subito dopo l’arresto, i poliziotti non avrebbero trovato nulla. Ne’ fotografie, ne’ materiale compromettente informatico o rubriche con nomi e numeri di telefono. La polizia spera che la notizia dell’arresto di Basco Bento convinca altri adolescenti a farsi avanti. Al momento, dunque, nei confronti del liberiano ci sono solo le accuse del quattordicenne che vive poco distante dalla sua abitazione.
I due dunque si conoscevano. Ed è proprio dopo un incontro casuale che il liberiano sarebbe riuscito a convincere il ragazzino a seguirlo nel suo appartamento. A questo punto, secondo la versione fornita dall’adolescente sia ai suoi genitori che alla psicologa, l’uomo l’avrebbe spogliato poi costretto a subire le sue attenzioni erotiche. A nulla sarebbero valsi i tentativi di sottrarsi. Una situazione difficile da cui è riuscito finalmente a fuggire.
Una volta tornato a casa, ai suoi genitori sono bastati un paio di giorni per capire che c’era qualcosa nel loro ragazzo che non andava. Silenzioso, non usciva più di casa, aveva perfino rinunciato ad andare in gita scolastica. Qualche domanda ed è saltata fuori la verità. Dalla confessione alla denuncia i genitori hanno fatto trascorrere appena poche ore. Ieri l’arresto e la fine di un incubo.
mercoledì 21 maggio 2008
Treviso. Violenta un quattordicenne: arrestato. Il trentenne liberiano ha convinto il ragazzino a seguirlo, poi gli abusi.
Pubblicato da
Redazione
alle
15:18:00
Etichette: abusi sessuali, minori, omosessualità, pedofilia, sesso, veneto
Serbia. Eurofestival o gay pride?
La Prohibida, un'icona gay spagnola (Foto: Yogurinha Borova/flickr)
Il 53° Eurofestival si apre il 20 maggio in Serbia. Un’occasione per gli omosessuali di uscire allo scoperto?
(di Dagmar Vohburger, traduzione Filippo Martin - Cafèbabel.com) I fan dell’Eurofestival di tutto il mondo, tra cui figurano molti omosessuali, attendono con ansia il megaevento che si terrà a Belgrado. La comunità gay-lesbica della città balcanica spera di uscire dalla semi illegalità.
L’Arena di Belgrado, la quinta struttura coperta d’Europa per dimensioni, sarà il luogo in cui dal 20 al 24 maggio si svolgerà l’Eurovision Song Contest, ovvero l’Eurofestival. La struttura, che si trova nel quartiere Novi Beograd, Nuova Belgrado, con una superficie di 48.000 metri quadrati, è in grado di ospitare oltre 20.000 spettatori.
Per i giovani, che hanno conosciuto il mondo occidentale per lo più attraverso libri e televisione, l’Eurofestival 2008 costituisce l’opportunità per avvicinarsi ai coetanei di altre Nazioni.
«Sono contenta che la Serbia: per una volta se ne parla, senza che sia a causa della guerra», dice Jasna, vent’anni, originaria di Jagodina, cittadina del sud del Paese. La giovane, che ha iniziato a studiare tedesco all’università lo scorso autunno, forse non nutre un’autentica passione per la musica: sembra piuttosto piena d’orgoglio che l’evento abbia luogo, quest’anno, nella sua Patria.
Grandi manifestazioni e parate, come quelle che hanno accompagnato l’Eurofestival in Germania, in Serbia non sono all’ordine del giorno. Dario, un ragazzo della stessa età di Jasna, non si entusiasma più di tanto: «È positivo vedere tanto movimento per le strade, ma a me sembra che piano piano, tutto diventi un pò gay». Secondo lui la naturale, pubblica comparsa di lesbiche e gay, come è successo in Germania, non è così positiva.
La solita musica dell’omofobia
Boban Sojanovic conosce bene la “musica” dell’omofobia nel suo Paese. «C
ome giornalista, non potevo più lavorare in provincia, per cui mi sono trasferito nell’anonimato di Belgrado». Qui il trentenne collabora, dall’autunno del 2000, con il piccolo gruppo gay QUEERIA, che conta una decina di aderenti. Nel marzo del 2001 una cinquantina di persone irruppero nel suo ufficio in reazione all’impegno preso dal gruppo in favore dei matrimoni gay: tutto fu travolto, comprese le persone che si trovavano lì.
Le pene: da due a tre mesi. «A questo punto, perché parlare?», dice Boban. Anche gli altri gruppi di Belgrado, come il Labris, Gayten, Gay Straight Allience, o il Transgay, non contano molti aderenti. «La gente ha paura, semplicemente», spiega Boban.
Il giovane vede nel concorso musicale la possibilità di allacciare contatti con altre organizzazioni, per poter creare una sorta di lobby.
Lesbica, rom e nazionalista
uttavia una grande chance, è andata in fumo l’anno scorso. «Con la vittoria di Marija Šerifović, lesbica con origini rom, l’idea che se ne trasse all’estero fu quella di una Serbia tollerante verso le minoranze», ci spiega Boban. «Si è comprata un appartamento, una macchina, e si è messa con i radicali», continua Boban, riferendosi all’appoggio che la Šerifović ha dato al partito ultranazionalista di Nikolić. Per i rom e gli omosessuali è stata una grossa delusione.
Apertamente contrario all’omosessualità è il “Movimento Patriottico Obraz” (Onore). «Anche questo movimento d’ora in poi si attiverà affinché Belgrado rimanga una libera città cristiana», si legge sul loro sito web. Manifestazioni come un Gay Pride non verrebbero tollerate.
Il presidente Boris Tadic e gli organizzatori dell’Eurofestival 2008, si fanno garanti della sicurezza per tutti gli ospiti della manifestazione, e la quantità di forze dell’ordine impiegate è considerevole: uomini con gilet gialli nuovi di zecca, e muniti di una paletta con su scritto “policija” pattugliano le strade.
Il consiglio di Boban? Sia omo che etero, la cosa da evitare è andare in giro con le bandiere dei Paesi che hanno riconosciuto il Kosovo
Pubblicato da
Redazione
alle
14:57:00
Etichette: drag, europa, festival, musica, omosessualità, travestiti
Emirati Arabi Uniti - Accusate di atti osceni due donne omosessuali.
(Peace reporter) Nel primo caso giudiziario del genere nella storia degli Emirati Arabi Uniti (Eau), due donne sono comparse in un'aula di tribunale con l'imputazione di atti osceni in luogo pubblico. Il quotidiano Gulf News spiega che il caso riguarda una donna libanese di 30 anni e una bulgara di 36, colte a scambiarsi effusioni su una spiaggia tra gli emirati di Dubai e Sharjah. Secondo le testimonianze riportate dall'accusa, le due si sarebbero baciate, coccolate e "coricate una sull'altra, armeggiando indecentemente". Le due donne hanno tuttavia proclamato la loro innocenza ed il dibattimento è stato aggiornato. Gli Eau, pur ricordando spesso agli stranieri la necessità di rispettare tradizioni e valori religiosi locali, generalmente mantengono un atteggiamento molto flessibile e tollerante verso gli stranieri almeno fino a quando questi non trapassino il limite della legalità.
Pubblicato da
Redazione
alle
14:15:00
Etichette: diritti, discriminazioni, donne, integralismo religioso, islam, lesbismo, persecuzioni
Diddy: Ho inventato il Fashion Viagra.
---
Sphere: Related Content
Kazemi ottiene l'asilo in Gran Bretagna.
(Anna Maria Mahjar Barducci - arabi democratici liberali) Seyed Mehdi Kazemi, il ventenne gay iraniano, membro del Gruppo EveryOne, che ha rischiato in più occasioni di essere deportato a Teheran, dove l'avrebbe atteso la carcerazione, severe punizioni corporali e probabilmente l'impiccagione, ha ottenuto asilo nel Regno Unito. La decisione dell'Home Office gli è stata notificata oggi, lunedì 19 maggio 2008, nel primo pomeriggio. Il ragazzo, che aveva cercato di sfuggire alla deportazione dal Regno Unito in Iran, riparando in Canada, era stato fermato alla frontiere tedesca e trasferito, temporaneamente, in Olanda, una nazione favorevole alla concessione di asilo agli omosessuali iraniani.
Ma il 26 febbraio un volo diretto Amsterdam-Londra era stato fissato e una volta nel Regno Unito, Mehdi sembrava destinato alla deportazione a Teheran. "Sono stati gioni di grande timore e di una straordinaria battaglia nonviolenta," ricordano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau del Gruppo EveryOne, "giorni in cui, fianco a fianco con il Partito Radicale e l'associazione Nessuno tocchi Caino, abbiamo letteralmente inventato un nuovo modo di combatere per i Diritti Umani, coinvolgendo i media di tutto il mondo, centinaia di associazioni, migliaia di attivisti.
In un primo momento abbiamo bloccato la deportazione, sollecitando il senso civile dei Paesi Bassi, che hanno deciso di rivedere il suo caso. Nel frattempo abbiamo messo in crisi il sistema delle espulsioni dei profughi nel Regno Unito, un sistema iniquo, che avveniva nel silenzio dei media e nell'indifferenza. Quindi, con i nostri amici Radicali abbiamo presentato al Parlamento europeo un rapporto-denuncia, che dimostrava inequivocabilmente il diritto all'asilo di Mehdi e i gravissimi abusi commessi dall'Home Office". Il Parlamento europeo aprovava una Risoluzione urgente sul caso di Sayed Mehdi Kazemi, sottoscritta anche da 142 deputati e 62 Lord della House of Commons britannica: finalmente l'Europa e lo stesso Regno Unito riconoscevano la necessità di cambiare le procedure di valutazione e concessione dello status di rifugiato e dell'asilo politico.
"Per la politica persecutoria di Gordon Brown e Jacqui Smith è stata una colossale sconfitta," proseguono i leaders di EveryOne, "una sconfitta che segnava l'inizio del declino della loro stella, ma per i diritti dei profughi, per gli attivisti di tutto il mondo, per la comunità gay, per le minoranze in Iran e nei paesi dove manca la libertà è stato un successo storico". Ma la buona notizia definitiva, che attesta la certezza dell'asilo nel Regno Unito per il giovane Mehdi, il cui compagno Parham fu assassinato dal boia in Iran, è giunta oggi.
"Ci hanno scritto dall'Ambasciata del Regno Unito a Roma, a nome del governo inglese," concludono gli attivisti, "comunicandoci la loro esultanza per un evento a cui non credeva nessuno, quando abbiamo iniziato la campagna contro le deportazioni dei profughi gay dal Regno Unito, salvando la vita - grazie al successo planetario della Campagna dei Fiori - alla lesbica Pegah Emambakhsh. Come può illudersi un gruppo come il vostro, senza finanziamenti né protezioni nelle alte sfere, sperare di aver ragione di uno dei governi più potenti del mondo? Si diceva.
Abbiamo vinto perché ci abbiamo creduto, perché non abbiamo accettato le logiche della disumanità e della morte. Abbiamo vinto perché non ci siamo mai arresi, perché eravamo disposti a volare a Teheran, in caso di deportazione, per manifestare con cartelli, chiedendo al boia di risparmiare le vite di Mehdi, di Pegah (che presto sarà raggiunta da una analoga buona notizia) e di tutti gli innocenti condannati a morte a causa di un codice iniquo, che azzera il valore della vita umana". Mentre festeggiano l'evento, i membri EveryOne sventolano copie della e-mail ricevuta dall'Ambasciata britannica, su cui è scritto: "E' una notizia che vi comunichiamo con immenso piacere: è stata raggiunta oggi a Londra una decisione finale sul caso di Seyed Mehdi Kazemi. A seguito del riesame del caso e alla luce delle nuove circostanze, come da richiesta del Minstro britannico degli Interni, Mr Kazemi è ora libero di rimanere nel Regno Unito".
Pubblicato da
Redazione
alle
13:49:00
Etichette: diritti, discriminazioni, giovani, inghilterra, iran, islam, omosessualità, persecuzioni
Il Festival della Letteratura a Roma.
(Giuseppe Talarico - Agenzia radicale) Ieri a Roma è iniziata la settima edizione del festival delle letterature. Il tema di questo anno, scelto da Maria Ida Gaeta, direttrice della casa delle letterature, è "Parola Silenzio", argomento affascinante e complesso sul quale i principali autori e scrittori del nostro tempo leggeranno testi inediti, nello scenario di incomparabile bellezza della Basilica di Massenzio.
Nel nostro tempo, in cui il rumore dei media rischia di allontanarci dalla bellezza della scrittura, necessaria per mettere ordine nel caos della esistenza umana, riflettere sul rapporto esistente tra il Silenzio, inteso come attitudine a sviluppare la meditazione interiore, e la parola, con cui descrivere e rappresentare le grandi domande esistenziale che inquietano la coscienza di ogni persona, è di fondamentale importanza.
La serata di apertura del festival, che a causa della pioggia si è tenuta al teatro Argentina di Roma, ha visto sfilare sul palco alcuni scrittori italiani, i quali hanno scritto un libro particolare e corale intitolato La Storia Siamo Noi edizioni Neri Pozza, nel quale sono raccolti diversi racconti ispirati agli eventi fondamentali che hanno segnato lo sviluppo della storia italiana. Gli autori di questo libro sono scrittori importanti quali: Andrea Camilleri, Antonio Scurati, Giosuè Calagiura, Leonardo Colombati e altri scrittori.
Nell'edizione del festival di questo anno, come già era avvenuto in passato, in base alle scelte estetiche compiute dal regista Piero Maccarinelli, un finissimo intellettuale, con la collaborazione di Maria Ida Gaeta, cui è affidata la cura artistica, proseguirà la felice ed interessante contaminazione tra i diversi linguaggi della cultura: la parola, il suono, la musica, l'immagine.
Nel corso della dieci serate, dal 20 maggio al 19 giugno, sul palco allestito all'interno della Basilica Di Massenzio, uno dei luoghi più belli e suggestivi di Roma, si alterneranno scrittori di fama internazionale come V. S. Naipaul, J. O'connor, N. Hornby, C. Lucarelli, V. Cerami ed altri importanti letterati.
Per la prima volta, rispetto alle precedenti edizioni, la serata conclusiva il 19 giugno, verrà dedicata alla poesia e il pubblico potrà ascoltare alcuni fra i più importanti poeti italiani, che declameranno i loro versi.
Il prossimo appuntamento a Massenzio è previsto il giorno 22 maggio, con Carlo Lucarelli, Jeffery Deaver.
Pubblicato da
Redazione
alle
13:40:00
Etichette: cultura, festival, gayfriendly, letteratura, roma